Il Mezzogiorno paga il prezzo più pesante della crisi. Secondo elaborazioni Svimez su dati Istat, dal 2008 al 2012 sono andati in fumo 301.270 posti di lavoro, pari al 59,5% delle perdite totali in un'area che però concentra il 27% degli occupati nazionali. Dei posti persi, 141mila riguardano l'industria. È quanto emerge dalla relazione del presidente della Svimez, Adriano Giannola, oggi (9 maggio) a Napoli per il convegno "Il rilancio dell'economia meridionale". 

 

A farne le spese soprattutto giovani e donne. L'anno scorso, infatti, solo poco più di un giovane su tre under 34 ha lavorato al Sud (37,9%), e poco più di una giovane donna su cinque (23,6%). Secondo altre elaborazioni Svimez su dati Eurostat, anche le regioni del Nord in termini di produzione della ricchezza perdono posizioni in Europa, e da ben prima del 2008, anno di inizio della recessione globale. Il Centro-Nord in valori assoluti ha perso 315mila occupati industriali, -7,7% in cinque anni.

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