di PRC - PdCI Genova

Il programma di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani per le comunali di Genova

La diminuzione dei trasferimenti statali, l’ossessiva applicazione del patto di stabilità interno e l’attacco ai servizi pubblici locali rappresentano costanti negative dell’azione del Governo in questi anni che si sono tradotte in un danno immediatamente percepito e pagato dai cittadini ed in particolare dai ceti popolari.

Riteniamo che l’amministrazione comunale di una grande Città come Genova non possa accettare passivamente questa deriva ma debba reagire, ponendosi alla testa di un rinnovato movimento delle Autonomie locali per rivendicare il fondamentale ruolo dei Comuni nella difesa dei servizi e della qualità della vita dei cittadini.

Insieme all’ANCI ed alle altre grandi aree metropolitane, Genova dovrà aprire una vertenza nei confronti del Governo centrale perché sia riconosciuta ai Comuni una maggiore autonomia finanziaria ed evitare di essere ridotti al ruolo di esattori anche dopo l’introduzione dell’IMU.

Solo in questo modo, oltre a consentire ai Comuni di svolgere il proprio compito, la leva fiscale sarà un importante elemento di riequilibrio sociale, colpendo i grandi patrimoni immobiliari a favore della piccola proprietà.

Genova, Città multietnica, multiculturale e dei diritti, dovrà rafforzare il ruolo del Consiglio comunale e promuovere nuove forme di partecipazione dei Cittadini nella gestione della cosa pubblica, a partire dal dibattito pubblico il cui regolamento è stato recentemente approvato ed i cui risultati dovranno sempre essere rispettati, anche per consentire un effettivo esercizio del ruolo di indirizzo e controllo delle Società partecipate da parte dell’Amministrazione pubblica.

Coerentemente, difendiamo il ruolo dei Municipi per riportare i diversi centri di Genova al centro dell’attenzione della politica e riaffermiamo l’importanza della rappresentanza a difesa degli spazi democratici.

 

BENI COMUNI-URBANISTICA-INFRASTRUTTURE

Nei prossimi anni dovrebbero essere spesi nella nostra provincia per le cosi dette “grandi opere” (gronda autostradale e terzo valico) la somma complessiva di circa 10 miliardi di Euro, pari alla metà della manovra di Monti.

Riteniamo tali opere non prioritarie, se non inutili, e chiediamo pertanto di riprogrammare queste risorse, nell’ambito dei diversi centri di spesa, prioritariamente a favore di opere per la difesa del suolo, per il miglioramento delle interconnessioni ferroviarie tra porto e le linee di valico esistenti, per accelerare la realizzazione del nodo ferroviario genovese, della strada a mare e del nodo di San Benigno, per il trasporto pubblico locale, il rilancio del cabotaggio e delle autostrade del mare.

Quanto alla gestione del territorio consideriamo obiettivi primari: la diminuzione del consumo di suolo, ovvero il blocco della cementificazione delle colline; la rinaturalizzazione dei versanti, dei corsi d’acqua e delle parti del territorio cittadino a rischio di dissesto; l’incentivazione alla ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente senza ulteriore aumento di volumi.

Riteniamo necessario prevedere la non edificabilità nelle fasce di rispetto dei corsi d’acqua, non ammettendo deroghe al limite di 10 metri dal corso stesso; prevedendo, al contempo, il divieto di tombinatura dei corsi d’acqua.

Riteniamo assolutamente non compatibile con il contesto urbano l'attuale ubicazione del “polo petrolchimico” (Carmagnani e Superba) di cui si rende quindi necessaria e non più procrastinabile la ricollocazione nell’ambito territoriale del genovesato, con la salvaguardia dei livelli occupazionali ed il contestuale allontanamento dalla costa dello scarico dei prodotti petroliferi.

In dettaglio pensiamo che:

  • il comune debba esercitare la sua funzione programmatica sulle aree di trasformazione prevedendo gli indici di fabbricazione, l'altezza massima degli edifici in funzione del tessuto urbano esistente, la destinazione d'uso in modo a favorire il perdurate di attività industriali e artigianali compatibili ambientalmente e limitare il proliferare dei mega centri commerciali.

  • gli oneri di urbanizzazione di opere di valenza municipale e oneri di servitù restino nelle disponibilità del municipio stesso

  • il PUC non debba prevedere lo spostamento a mare dell'aeroporto sia per motivi economici che ambientali

  • il PUC debba confermare lo spostamento a mare del porto petroli non più previsto dall'accordo di programma per il ribaltamento a mare della Fincantieri

Queste indicazioni potranno meglio essere recepite dal PUC del Comune di Genova nella fase che ancora ci divide dalla sua definitiva adozione.

Condividiamo la battaglia del contratto Mondiale per l'Acqua quale diritto umano inalienabile e quindi non soggetto alle leggi di mercato, riteniamo ineludibile l’avvio di processi che rendano possibile la progressiva ri-pubblicizzazione dei beni comuni a partire dall’acqua ma ricomprendendo altresì i trasporti, i rifiuti, l’energia, così come sancito dalla volontà popolare espressa tramite i referendum

Ci opponiamo al c.d. decreto di ferragosto sulle liberalizzazioni ed agli altri provvedimenti dello stesso segno auspicando l’accoglimento dei ricorsi proposti dalle Regioni alla Corte Costituzionale per fermare la svendita delle Società pubbliche.

Dovrà essere prioritario l’impegno a reperire tutti gli strumenti e le risorse possibili per garantire la gestione partecipata delle aziende che erogano i servizi “pubblici”, sottraendoli alle logiche del mercato.

In particolare e relativamente al servizio idrico, consideriamo necessaria ed urgente l’eliminazione dalla tariffa della remunerazione del capitale investito

 

AMBIENTE ED ENERGIA

Dovrà essere confermato l'obiettivo del raggiungimento degli obblighi di legge sulla raccolta differenziata (almeno 65%) e dovrà essere applicato il Piano di Riduzione dei Rifiuti in modo da arrivare ad una diminuzione percentualmente significativa (verso il 20%) dei rifiuti prodotti a livello comunale, sollecitando altresì interventi normativi europei e nazionali che possano favorire questo processo.

Si dovrà realizzare l'impianto di trattamento dell'umido derivante dalla raccolta differenziata e dare priorità alla parte a freddo del polo impiantistico di Scarpino (separazione secco/umido e biodigestione).

Dovrà essere confermata l'adesione al "Patto dei Sindaci" che prevede l’impegno, costantemente verificato dalla Commissione Europea, di raggiungere e superare l’obiettivo della riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020 attraverso l’applicazione del Piano d’Azione per l'Energia Sostenibile (SEAP).

Genova dovrà impegnarsi per partecipare al bando europeo “Smart Cities” (città intelligenti) che prevede l’individuazione di una città per ogni Stato membro per realizzare un progetto innovativo di miglioramento della qualità della vita in un quadro di sviluppo economico rispettoso dell’ambiente (avvicinandosi al raddoppio degli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto), attraverso la riqualificazione degli edifici, delle reti energetiche e del sistema dei trasporti.

In questo quadro dovrà essere proseguito il percorso condiviso per la chiusura della centrale Enel del porto garantendo la salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori, rifiutando future disponibilità per la realizzazione di altri impianti a carbone e destinando le aree dimesse ad uso portuale.

Il piano energetico locale dovrà prevedere lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (solare, eolico, ecc) e attuare politiche che incentivino il risparmio energetico a cominciare dall'edilizia e dai trasporti pubblici e sviluppando l’azione positiva dei gruppi d’acquisto solare (GAS).

 

LAVORO

Pur consci delle limitate competenze dell’amministrazione comunale per quanto riguarda le politiche del lavoro, riteniamo compito fondamentale del Comune impegnarsi nella difesa delle attività esistenti e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, con particolare riguardo a produzioni ecocompatibili, tecnologicamente avanzate e ad alto e qualificato tasso occupazionale.

A questo riguardo, un ruolo decisivo sarà giocato dall’attuazione delle linee programmatiche già indicate per la difesa del territorio e dell’ambiente, che potranno favorire la nascita o il trasferimento di nuove realtà produttive attratte da migliori condizioni di vita e di lavoro.

Non possiamo inoltre dimenticare che lo stesso Comune rappresenta, direttamente ed attraverso le Aziende dallo stesso controllate e/o partecipate (tra le più significative IREN, AMIU, ASTER e AMT) la più grande realtà lavorativa della Città.

Sarà quindi essere compito dell’Amministrazione rimuovere le residue aree di precarietà, incentivando la stabilità e la professionalità dei dipendenti, supporto indispensabile per qualsiasi azione amministrativa, ed opporsi ai processi di privatizzazione che mettono a rischio i lavoratori senza migliorare la qualità dei servizi.

Particolare preoccupazione continua a destare la situazione del trasporto pubblico locale e dell’AMT che lo gestisce, tanto dal punto di vista dei lavoratori che da quello degli utenti del servizio.

Intendiamo inoltre contrastare il tentativo di ripercorrere la strada della privatizzazione dell’Azienda, dopo che la precedente gestione non ha certo risolto nessuno dei gravissimi problemi che affliggono la Società.

Dovrà quindi essere preteso il rispetto degli obblighi di Legge per i trasferimenti statali e regionali, favorito il trasporto pubblico e studiate le modalità per fiscalizzare la residua parte del costo del biglietto in modo da incentivare il suo utilizzo ed assicurare le risorse per il suo sviluppo.

Per quanto riguarda il settore delle costruzioni navali, ed in particolare la FINCANTIERI di Sestri Ponente, il Comune dovrà sostenere la lotta dei lavoratori e pretendere il rilancio delle autostrade del mare e del cabotaggio, utilizzando anche risorse europee, quale unica risposta possibile alla gravissima crisi aziendale.

Andranno, altresì, sviluppate iniziative che rendano possibile la creazione di nuove opportunità di lavoro e produttive nei settori delle energie alternative, dei sistemi di trasporto pubblico, nella trasformazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata, nella manutenzione del patrimonio edilizio e nella riqualificazione dello stesso dal punto di vista energetico.

La realizzazione concreta di opere pubbliche compatibili con l’ambiente e dirette al recupero del patrimonio immobiliare esistente potrà consentire la creazione nell’edilizia di posti di lavoro sicuri e qualificati, anche al fine di combattere la piaga del lavoro nero, sottopagato ed a rischio sotto il profilo della sicurezza.

La creazione del Terzo Valico e della Gronda perseguono la logica del veloce allontanamento da Genova delle merci che arrivano al Porto. Contro di essa proponiamo di realizzare a Genova poli produttivi che si occupino della lavorazione e dell’assemblaggio delle merci contenute nei containers, e non semplicemente del loro stoccaggio, così al contempo da restituire centralità alla città e al suo porto e da creare nuovi posti di lavoro legati alla logistica a Genova e nell’intera area metropolitana.

 

FASCE DEBOLI E DIRITTI

La crisi riguarda soprattutto le fasce più deboli della popolazione che vengono poi colpite una seconda volta in conseguenza del taglio dei servizi sociali destinati alla loro protezione.

I Comuni gestiscono i servizi sociali e rappresentano il primo presidio per la difesa di questi Cittadini ma rischiano di non essere più in grado di svolgere il proprio compito per carenza di risorse.

Nonostante la crisi, Genova dovrà rispondere ai tagli rafforzando il proprio sistema di welfare municipale affiancando agli strumenti tradizionali un nuovo progetto diretto a soggetti precisi (con particolare riferimento agli anziani, ai diversamente abili ed alle famiglie numerose a basso reddito) in campo sanitario e legato all’istruzione e alla casa.

Tale progetto potrà essere finanziato con la creazione di un Fondo di Solidarietà su base volontaria, gestito dall’Amministrazione, alimentato attraverso versamenti da parte dei Cittadini e delle Imprese, fiscalmente deducibili.

Pur rientrando nella competenza regionale, il Comune non potrà disinteressarsi dei Servizi Ospedalieri ed assistenziali sul territorio, decimati dalle necessità di bilancio e non sostituiti da altre strutture come pure era stato promesso.

A questo riguardo, appare singolare il sostegno economico che il pubblico vorrebbe assicurare a strutture private (Galliera) mentre si sono perse le tracce degli Ospedali del Ponente e di Vallata che avrebbero dovuto assicurare sufficienti livelli di assistenza a parti così significative del territorio.

L’Amministrazione dovrà quindi incalzare i competenti livelli regionali per dare finalmente inizio alla realizzazione di tali strutture.

Non dovranno essere dimenticati i nuovi Cittadini di Genova, ai quali dovrà essere assicurata una dignitosa accoglienza, la possibilità di partecipare alla vita amministrativa della Città e di praticare il proprio Credo in totale libertà e sicurezza.

Genova dovrà porsi all’avanguardia nel riconoscimento dei diritti di tutti i suoi Cittadini anche attraverso l’istituzione di un Registro che riconosca le unioni di fatto e consenta a tutte le famiglie, comunque composte, di accedere ai servizi predisposte dalla Amministrazione pubblica.

 

CULTURA E SPORT

A tutti i Cittadini dovrà essere assicurato l’accesso alla Cultura e allo Sport, anche in un momento di grave difficoltà per le famiglie, come inalienabile diritto alla crescita personale e sociale di ognuno, garantendo condizioni di accesso alle strutture non imposte dalla necessità di realizzare un profitto: in particolare tale finalità dovrà essere perseguita nel duplice senso di permettere a tutti tanto la fruizione delle attività sportive e culturali quanto la pratica delle stesse.

Le attività sportive, culturali e artistiche, siano esse direttamente proposte dall’Ente (ad es. Carlo Felice) o siano frutto dell’iniziativa dei tanti soggetti che operano in questi settori, oltre alla valenza che esse hanno in se’, assumono particolare importanza anche alla luce della vocazione turistica che Genova ha assunto. Tali attività costituiscono spesso la fonte di reddito dei soggetti che le esercitano e come tali andranno incentivate e tutelate e ne andrà favorita la diffusione e la fruizione in tutti i quartieri della città, anche favorendo forme istituzionalizzate di coordinamento e informazione tra i soggetti e per i cittadini.

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