Per la commissione europea con il recovery fund si deve continuare sulla strada dell’attacco ai diritti dei lavoratori con due avvertenze: devono far parte di pacchetti ampi perché così incontrano meno resistenze e, meglio ancora, se realizzate attraverso la concertazione, ma con l’avvertenza di “non esagerare per non annacquare le misure”.
E l’esempio virtuoso da seguire nel varare le prossime riforme è indicato nel Jobs act. Non è uno scherzo, ma il contenuto del “paper” presentato venerdì dalla Commissione ai ministri delle finanze degli stati riuniti a Berlino.
Né ci sono dubbi che gli estensori siano consapevoli di parlare di uno dei più organici attacchi ai lavoratori del nostro paese perché nel testo si esprime un giudizio positivo sul Jobs Act definito “pacchetto completo di riforme del mercato del lavoro”.
Queste indicazioni ed altre più odiose perché subdolamente suggerite come utili a indorare la pillola (comunicazione efficace, risarcimenti “anche solo temporanei”!) e il silenzio dei nostri governanti chiamano tutto il mondo del lavoro alla lotta contro un utilizzo dei fondi europei per aumentare lo sfruttamento e la precarizzazione dei lavoratori. La Commissione Europea anche con Ursula von der Leyen continua a portare avanti politiche neoliberiste al servizio del grande capitale.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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