Rifondazione Comunista sostiene il sacrosanto sciopero nazionale dei "rider". Invitiamo a boicottare oggi le piattaforme che rifiutano di riconoscere a chi fa le consegne i più elementari diritti.
I padroni di Glovo, Uber Eats e Deliveroo vanno costretti a rispettare i diritti di chi lavora.
Indispensabile però che la politica faccia la sua parte.
Bisogna seguire la strada della Spagna dove per iniziativa della ministra di Unidas Podemos, la nostra compagna comunista Yolanda Diaz, sta per essere approvata una legge che stabilisce che i rider debbono essere assunti come dipendenti.
Non bisogna farsi prendere in giro dalla retorica degli algoritmi e delle piattaforme digitali: una persona che percorre le strade per fare consegne con un'app non è un imprenditore ma un lavoratore subordinato a cui vanno riconosciute tutte le tutele.
Si approvi una legge anche in Italia.
Va ringraziata la Procura di Milano che, oltre ad aver confermato la natura di subordinazione del rapporto di lavoro e aver disposto il pagamento di 700 mila euro per gravi inadempienze, ha richiesto l'assunzione di tutti i riders da parte delle aziende del delivery. I diritti di 60 mila lavoratrici e lavoratori in realtà sono diritti di tutte/i.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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