Questa mattina i dipendenti di Alitalia sono davanti al Mise con una manifestazione indetta dai sindacati confederali e di base in difesa del lavoro e contro la morte annunciata della compagnia di bandiera.
L’ipotesi di accordo tra governo e UE infatti prefigura una mini compagnia di dimensioni regionali che lascerebbe a casa 7000 mila dipendenti, un numero ancor più grande di lavoratori e lavoratrici dell’indotto e sarebbe destinata a soccombere in breve tempo nella competizione con le altre compagnie europee;
L’Italia diventerebbe un Paese senza compagnia di bandiera, subirebbe un’altra insopportabile perdita di posti di lavoro e sarebbero necessarie nuove risorse pubbliche nel giro di qualche anno.

Il piano imposto dall’Unione è inaccettabile anche in quanto discriminatorio rispetto al trattamento ricevuto dalle compagnie tedesca e francese che hanno ricevuto aiuti di stato per 11 e 7 miliardi mentre Alitalia ne ha ricevuto solo 1,4.

Diciamo no alla distruzione del trasporto aereo italiano, figlia delle stesse logiche neoliberiste che hanno portato alla chiusura di altre grandi filiere produttive, impoverito l’economia nazionale, prodotto il dramma della disoccupazione e della precarietà.

Siamo con i lavoratori e le organizzazioni sindacali nella lotta per difendere migliaia di posti di lavoro e impedire che il controllo del trasporto aereo e le decisioni sui flussi turistici finiscano in mani che difendono interessi altrui.

Intanto chiediamo l’immediato sblocco delle risorse necessarie a pagare gli stipendi e la messa in campo di un serio piano industriale che non riproponga i clamorosi errori del passato decretando l’agonia finale della compagnia di bandiera.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/ Sinistra Europea

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