Continua la strage di lavoratori e lavoratrici nei luoghi di lavoro. ieri è toccato a due lavoratori impiegati in un’azienda di Villanterio in provincia di Pavia uccisi dalle esalazioni di vapori di ammoniaca a causa a causa della rottura di un tubo. I loro nomi Alessandro Brigo, di Copiano, 50 anni oggi, e Andrea Lusini, 51, residente a Linarolo ma di origini senesi. Si aggiungono all’interminabile elenco dei figli della classe operaia morti a causa di un sistema che antepone il profitto alla vita delle persone.
E per responsabilità di chi al governo oggi come negli ultimi 10 anni si è assunto la gravissima, criminale responsabilità di tagliare le strutture e il personale addetto ai controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a tal punto che i pochi addetti rimasti riescono a fare in un anno solo 10mila controlli a fronte di 4 milioni e 400 mila imprese.
Verrebbe voglia di stare zitti tanto è la rabbia e lo sconcerto per le tante denunce rimaste inascoltate. Ma faremo un favore a quanti vorrebbero che se ne parlasse il meno possibile o si parlasse, come fa oggi un importante quotidiano nazionale, di “incidente sul lavoro”. No, non si tratta di incidenti, né del destino, né di tragica fatalità: ci sono responsabilità precise e continueremo ad indicarle, ma siamo convinti che la vita e la dignità dei lavoratori verrà recuperata davvero solo con la ripresa di un grande ciclo di lotte e come Rifondazione Comunista siamo impegnati in tal senso con tutte le nostre forze.

Che la sicurezza del lavoro non sia una priorità del PNRR dopo i tagli dell'ultimo decennio vuol dire che i morti sul lavoro rientrano per quelli come Draghi nel rischio calcolato.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea

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