Il governo Meloni continua con le politiche neoliberiste che da 30 anni colpiscono i diritti, i salari, le pensioni, i redditi e le condizioni di esistenza dei ceti popolari. L’Italia è l’unico Paese d’Europa in cui i salari dal 1990 invece che aumentare sono diminuiti del 2,9%, dal 2008 del 12%.
Questa condizione già drammatica è stata esasperata dall’inflazione prodotta da guerra, sanzioni e speculazioni delle imprese che hanno colto l’occasione per accrescere a dismisura i profitti, con la conseguenza che in soli due anni salari già tra i più bassi d’Europa hanno perso il 20% del potere d’acquisto.

La legge finanziaria di questo governo è stata una dichiarazione di guerra contro i poveri, i precari, le donne. Col documento di economia e finanza si prevede una drastica stretta fiscale e nuovi tagli a scuola, sanità e servizi pubblici già allo stremo, alle risorse per il rinnovo dei contratti dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni e per il sostegno alle famiglie in difficoltà.
Con lo sfregio del cosiddetto decreto lavoro del 1° maggio è stato eliminato il reddito di cittadinanza che salvava dall’indigenza assoluta centinaia di migliaia di famiglie e allargate ancora di più le maglie del lavoro precario ai danni soprattutto dei giovani che continuano a esser derubati del loro futuro e delle donne.
E’ da tempo che sosteniamo l’inaccettabilità della situazione in cui versano milioni di lavoratori e lavoratrici e i ceti popolari e la necessità di una nuova grande unitaria stagione di lotte per contrastare le scelte antipopolari e riconquistare redditi dignitosi e diritti negati.

Le rivendicazioni alla base dello sciopero di oggi sono le stesse che anche noi sosteniamo da tempo per contrastare inflazione e perdita di potere d’acquisto: aumenti generalizzati dei salari e ripristino di un meccanismo di recupero automatico dell’inflazione; pensioni a non meno di mille euro; introduzione di un salario minimo legale; abolizione delle leggi della precarietà; assunzione di un milione di dipendenti pubblici; cancellazione degli aumenti delle bollette , calmieramento dei prezzi dei beni di prima necessità.
Per tutto questo Rifondazione Comunista sostiene la giornata di lotta indetta per oggi dall'Unione Sindacale di Base, come tutte quelle che possano preludere a una ripresa generalizzata delle lotte in tutto il paese , unica via per contrastare le politiche neoliberiste contro i lavoratori e i ceti popolari e riaprire la strada al cambiamento.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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