Il governo Meloni ruba ai poveri per dare ai ricchi. Non è la riedizione di slogan a fini di lotta politica. E’ semplicemente quanto emerge dall’analisi delle politiche di bilancio del governo fatta dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che chiarisce come stia procedendo la guerra del governo ai poveri attraverso un secco ridimensionamento del reddito di cittadinanza.
Le cifre parlano di un taglio che colpirà il 42% dei nuclei familiari, 1,2milioni di famiglie, che beneficiavano del Rdc; ci dicono che mezzo milione di famiglie perderanno quella forma di sostegno senza accedere alla nuova ideata dal governo, l’Adi, proprio al fine di tagliare la spesa e spingere i cosiddetti occupabili verso il lavoro precario, super sfruttato e sottopagato.
Ma in generale, ci informa sempre l’Upb, è l’insieme delle misure antipovertà ad essere sotto tiro; non solo si risparmia sul Rdc, 2,7 miliardi di spesa in meno, ma è l’insieme delle risorse complessivamente dedicate al contrasto dell’indigenza a subire un taglio rilevante stimato intorno al 28%.
E questo avviene proprio mentre disoccupazione precarietà, lavoro povero e l’inflazione aggravata dai minori sconti sulle bollette accrescono la fascia delle famiglie a rischio povertà che oramai riguarda il 25% dei nuclei, vale a dire 15 milioni di famiglie.
Alla ferocia del governo contro i poveri e il lavoro fa da contraltare la prodigalità verso i ceti sociali di suo riferimento: autonomi, professionisti e imprese che vivono sullo sfruttamento e i salari da fame.
Lo stesso Upb mette in guardia scrivendo nel suo rapporto, a proposito della riforma fiscale del ministro leghista, che “Appare difficile reperire risorse senza incidere sulla prestazione dei servizi e sull’attuazione delle politiche sociali”. In realtà è esattamente quello che il governo sta già facendo e intende continuare a fare con un’austerità brutale ai danni dei ceti popolari mentre procede con laute elargizioni e leggi di favore verso i ceti privilegiati.
La costruzione di una forte opposizione sociale al governo è l’unica via per invertire la rotta e su questo siamo impegnati come Rifondazione Comunista

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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