Antonello Patta*, Andrea Ilari** -

La vicenda dei precari del Cnr può essere assunta per tante regioni a metafora di un paese il cui futuro è messo in crisi da politiche che sprecano risorse e competenze pubbliche straordinarie mentre distruggono la vita delle persone.
Nel CNR ci sono 4000 precari della ricerca giovani e meno giovani, assegnisti e tempi determinati. Questi uomini e queste donne si sono laureati e molti di loro (quelli che lavorano nella ricerca) hanno conseguito il dottorato. Sono tutti formati per lavorare nel campo della ricerca e sviluppo. Poiché i governi italiani in modo miope investono poco nella ricerca molti di loro vanno a lavorare all’estero. Un sondaggio informale promosso dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel 2021 tra le diverse Sedi diplomatiche italiane ha contato circa 33mila ricercatori italiani all’estero. Il gruppo più grande è quello degli Stati Uniti, dove è stimato lavorino più di 15.000 scienziati italiani.

Quindi con i soldi delle nostre tasse formiamo giovani ricercatori che poi saranno accolti da altri paesi dove le condizioni di lavoro sono senz’altro migliori.
Parte dei soldi del PNRR, una piccolissima parte sono stati spesi in ricerca e sviluppo e sono stati assunti molti ricercatori a tempo determinato con la promessa di una futura stabilizzazione, ma alle promesse come spesso accade non ha fatto seguito nessuna azione concreta. Non solo; la bozza della legge di bilancio prevede un blocco del 25 % del turn over e un aumento dell’età pensionabile che ridurrebbero ulteriormente le possibilità di impiego dei lavoratori del CNR. È in risposta a tutto ciò che ha ripreso vita il movimento precari uniti del CNR che ha cominciato a mettere in atto delle azioni di protesta.

Il 28 novembre 2024 le OO.SS. FLC CGIL e Federazione UIL Scuola RUA, insieme al movimento dei Precari Uniti, hanno indetto un’assemblea nazionale dei precari del CNR. L’evento ha registrato una partecipazione così straordinaria , sia precari che strutturati, provenienti da tutta Italia, che l’incontro, è stato spostato in uno spazio più grande dove si sono visti anche numerosi esponenti politici e rappresentanti degli organi di stampa.
Dietro questa grande spinta dal basso FLC CGIL e Federazione UIL Scuola RUA hanno rinnovato con forza la richiesta alla Presidente di avviare una ricognizione puntuale dei lavoratori precari in possesso dei requisiti previsti dalla normativa Madia (Dlgs 75/2017) per dare seguito al processo di stabilizzazione. Cosa possibile solo con un cambio di rotta rispetto alle previsioni contenute nella prossima Legge di Bilancio, che taglia fondi e personale.

La Presidente, dopo un breve e iniziale incontro avvenuto nell’atrio del CNR con le OO.SS. e una rappresentanza dei lavoratori precari, ha dichiarato che l’Ente, al momento, non intende procedere con le stabilizzazioni.
Questa posizione, ritenuta insufficiente e inaccettabile dall’assemblea, ha portato alla decisione di proseguire la mobilitazione, proclamando un’assemblea permanente presso il CNR. L’obiettivo è ottenere risposte chiare e concrete, sia dalla Presidente sia dal Governo, per porre fine alla condizione di precarietà che mina la dignità dei lavoratori del CNR.

Con questi obiettivi la lotta, con il presidio sulla scalinata della sede centrale del CNR, continua, forte della solidarietà delle lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato della CGIL e della UIL e del sostegno manifestato dal segretario della CGIL Maurizio Landini e dalla segretaria dell’FLC CGIL Gianna Fracassi
Come Prc sosteniamo questa lotta che rappresenta un esempio importante per i milioni di lavoratrici e lavoratori assunte/i con contratti precari, bassi salari e scarse tutele; sono ben 3 milioni in Italia, 500 mila nel pubblico, gli occupati a termine impiegati in tutti i settori pubblici e privati e considerati oramai come un fenomeno fisiologico nonostante le scarse tutele e i bassi salari con retribuzioni medie intorno ai 10 mila euro.

Numeri che fanno ben capire l’importanza della costruzione di un fronte di lotta di tutto il vario mondo dellle lavoratrici e dei lavoratori precari, un passaggio decisivo per la riunificazione di tutto il mondo del lavoro contro questo governo che continua a portare avanti le politiche neoliberiste che hanno frantumato la classe in lavoratori di serie A e di serie B per ridurre salari e diritti di tutte e tutti.

*responsabile nazionale lavoro del Prc
*Primo ricercatore del CNR, Direttivo FLC-CGIL Rieti-Roma Est -Valle dell’Aniene

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