I conti non tornano e la proposta di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, pomposamente presentata dal Ministro per gli Affari Regionali e frettolosamente incardinata nei lavori parlamentari, subisce un primo stop da parte del Servizio Bilancio del Senato.
I rilievi sollevati centrano il cuore del progetto: le risorse da destinare alle regioni che accedono all’autonomia finirebbero per penalizzare le altre regioni e aumentare le diseguaglianze.
Dopo aver esaminato il testo, il Servizio Bilancio si interroga su “come si riuscirà a garantire la compatibilità di un eventuale aumento del gettito fiscale delle regioni differenziate rispetto alla legislazione vigente, per effetto del trasferimento delle funzioni, con la necessità di conservare i livelli essenziali concernenti i diritti civili e sociali delle altre regioni”.
È quello che abbiamo sostenuto dal primo momento leggendo un testo che contiene più di un trucco: finanziare le regioni ricche, a saldi invariati e senza penalizzare le altre.
Ora si dice che era una bozza. Un’altra? Piuttosto un’altra “porcata”.
Il Paese ha bisogno di ricucire le ferite e di ricostruire solidarietà sociale e coesione territoriale, altro che autonomia differenziata!
La legge Calderoli va bloccata definitivamente: il Parlamento non avalli questo scempio e ascolti la voce di coloro che da tempo denunciano il pericolo di dissoluzione della Repubblica.
Tonia Guerra, segreteria nazionale,
responsabile campagna “No A.D.” Rifondazione Comunista