Care compagne e cari compagni,

come avrete letto in questi giorni, il percorso sciagurato dell’autonomia differenziata, dopo un’apparente battuta d’arresto a seguito delle sentenze della Corte Costituzionale, va avanti, aggirando i rilievi della Consulta.

Il disegno di legge delega sui LEP sta per andare in Commissione al Senato e alcune regioni del Nord stanno avviando le procedure per arrivare all’intesa con il Governo.

D’altra parte, anche il movimento si sta organizzando, promuovendo incontri di formazione e, in alcune regioni (Lazio, Lombardia, Campania, Piemonte) dando vita a petizioni rivolte ai Presidenti contro l’avvio di procedure autonomiste.

È necessario riprendere il nostro lavoro che già ci ha visti impegnati/e con una militanza attiva nei comitati territoriali e nel Tavolo Nazionale No Autonomia differenziata.

Per costruire una rete territoriale, è opportuno che ogni struttura regionale e/o di federazione indichino il nome di un/a referente, in vista di un incontro nazionale on line, da convocare nei primi giorni di settembre.

Potete segnalarlo all’indirizzo mail dell’organizzazione ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) o direttamente a me: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Grazie, restiamo umani.

Tonia Guerra, responsabile campagna NO A.D.
Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea

Incurante dei rilievi espressi dalla Corte Costituzionale su buona parte della sua legge “SpaccaItalia”, della valanga di oltre un milione e trecentomila firme raccolte in 2 mesi per cancellarla, Il Ministro Calderoli prosegue verso la frammentazione territoriale e sociale del Paese.

E se ne vanta.

A Pontida ha magnificato le sue doti di provetto slalomista, capace di aggirare i “paletti” (cioè la sentenza della Corte Costituzionale) partendo dalle intese regionali sulle materie “No LEP” (che non richiedono la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni): Protezione civile, Professioni, Previdenza complementare, a cui si aggiungerebbe la Sanità (la cui regionalizzazione ha già fatto tanti danni).

Per le altre materie, quelle “LEP”, sta per arrivare in Commissione al Senato il disegno di legge delega, a suo nome, che contiene tutte le criticità evidenziate dalla Consulta.

Le prime della classe, Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria stanno già sgomitando fra loro per siglare le intese.

Le conseguenze nefaste di tali processi sono tristemente note: un regionalismo predatorio e competitivo per l’accaparramento di poteri e di risorse, con l’aumento delle diseguaglianze in termini di diritti essenziali, dalla salute al lavoro, all’istruzione, alla sicurezza ambientale.

Ne sono consapevoli i cittadini e le cittadine che si sono mobilitati con successo in Emilia Romagna, ottenendo la revoca della richiesta avviata a suo tempo dalla Regione, e che in questi giorni stanno sottoscrivendo petizioni in Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte per chiedere ai rispettivi Presidenti di Regione di recedere da ogni proposito di ulteriori forme di autonomia.

Rifondazione Comunista è al loro fianco, insieme al Comitato contro ogni Autonomia differenziata e al movimento popolare in difesa dei diritti uguali per tutte e tutti, da Nord a Sud.

Tonia Guerra, Responsabile Campagna contro ogni tipo di Autonomia Differenziata, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Ieri la Consulta ha dichiarato inammissibile il quesito per l’abrogazione di ciò che rimane della legge 86/2024 sull’autonomia differenziata, dopo la sentenza n. 192 del 14 novembre scorso, con la quale ne aveva modificato e dichiarato illegittimi i punti fondamentali.

La legge Calderoli, già svuotata dei suoi contenuti essenziali e avversata dalla mobilitazione eccezionale che negli ultimi mesi ha portato alla consegna di un milione e trecentomila firme per la sua cancellazione, è politicamente decaduta.

Esclusa la via abrogativa diretta, quella referendaria, ora occorre intensificare la vigilanza sul percorso istituzionale e la mobilitazione per impedire forzature e colpi di mano (come le intese reclamate dai presidenti di alcune regioni), organizzare l’iniziativa sociale e politica.

Il regionalismo competitivo, il premierato, il DDL Sicurezza delineano un disegno autoritario ed eversivo, in contrasto con i principi di uguaglianza e di solidarietà delineati dalla Costituzione nata dalla Resistenza.

Rifondazione Comunista, al fianco del vasto movimento che in questi anni si è battuto in difesa dell’unità della Repubblica e dei diritti fondamentali, è impegnata a tutti i livelli nella costruzione di una stagione di lotte, a partire dall’organizzazione di una straordinaria campagna referendaria su lavoro e diritti di cittadinanza, quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Tonia Guerra, responsabile Campagna NO Autonomia Differenziata
Rifondazione Comunista

Dopo la sentenza della Consulta sui ricorsi di incostituzionalità della legge 86/2024, che la dichiara illegittima sui punti fondamentali, oggi la Cassazione dà il via libera al referendum abrogativo dell’intera legge Calderoli.
È un giorno importante per tutti coloro che da anni lottano con tenacia contro lo smembramento del Paese, per il milione e trecentomila cittadini/e che hanno firmato per cancellare una legge vergognosa.
Sgombrato il campo da dubbi tentativi di modifiche parziali, ora aspettiamo la pronuncia definitiva della Corte Costituzionale sull’ammissibilità, prevista entro il 20 gennaio.
Il Governo Meloni riceve un’altra sonora sconfitta, su un punto importante del patto scellerato su cui regge la sua maggioranza.
Con i comitati contro ogni autonomia differenziata, con il comitato referendario per l’abrogazione totale, ci prepariamo alla campagna referendaria di primavera per il Sì.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e
Tonia Guerra, responsabile campagna NO Autonomia Differenziata Partito della Rifondazione Comunista

Ieri è stata pubblicata la sentenza n.192 con cui la Corte Costituzionale risponde ai ricorsi di 4 regioni verso la Legge 86/2024 di attuazione dell’autonomia differenziata.

Il dispositivo delinea in modo articolato quanto già espresso nel comunicato della Consulta di qualche settimana fa: La legge Calderoli non è interamente incostituzionale, lo sono numerosi e importanti punti che la rendono sostanzialmente contraria ai principi di solidarietà e sussidiarietà, di indivisibilità della Repubblica e di eguaglianza dei diritti.

Il fondamento dell’impianto leghista è ribaltato: non esistono popoli regionali, i concetti di popolo e di nazione (tanto cari alla retorica meloniana) non sono frammentabili.

La centralità del Parlamento è ribadita in più punti, sulla definizione dei diritti sociali e civili da garantire a tutti e tutte, sull’esclusione dei DPCM per la quantificazione della compartecipazione al gettito fiscale, sulla titolarità ad intervenire nel merito di eventuali intese fra Stato e singola regione.

È illegittimo il trasferimento di materie strategiche che richiedono un coordinamento svranazionale (ad es. commercio, energia, trasporti, ambiente, istruzione) e quello di interi ambiti; sarebbe consentita solo la cessione di specifiche funzioni, da sottoporre ad un approfondito processo istruttorio, fatto salvo che l’uguaglianza e la solidarietà fra regioni è responsabilità dello Stato e della Pubblica Amministrazione e che vi è obbligo e non facoltatività per ciascuna regione di concorrere agli obiettivi di finanza pubblica.

Certo è che l’impianto dell’autonomia differenziata subisce un duro colpo. Bene farebbe il governo Meloni a prenderne atto, bloccando questo disegno scellerato, frutto di un accordo di governo altrettanto infame.

Nel merito del corposo documento della Consulta è necessario un serio approfondimento, anche in vista dei possibili scenari.

Tra pochi giorni è atteso il responso dell’“Ufficio Centrale per i Referendum” della Cassazione, sul trasferimento dei punti residui della legge da sottoporre a referendum abrogativo; a seguire quello della Corte Costituzionale sull’ammissibilità.

Con i Comitati che si battono da anni contro ogni autonomia differenziata e con Comitato referendario per l’abrogazione totale della Calderoli ci prepariamo ad affrontare la sfida referendaria, intensificando l’attività di sensibilizzazione e di mobilitazione.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Tonia Guerra, resp. Nazionale Mezzogiorno e Campagna contro Autonomia Differenziata, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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