Cominciano a trapelare i primi risultati del lavoro della Commissione per la definizione dei LEP, cioè dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e civili che “devono” essere garantite a ogni cittadino/a, presieduta da Sabino Cassese. Dopo le dimissioni di autorevoli componenti, i sottogruppi hanno analizzato le 23 materie oggetto di devoluzione alle regioni, come previste dallo “spaccaItalia” di Calderoli.
Ben nove di esse sono considerate non soggette ai LEP e quindi immediatamente a disposizione delle intese Stato/singola Regione. Fra di esse, spiccano la Sanità, ritenuta già coperta dai LEA (livelli essenziali di assistenza) e la Sicurezza sul Lavoro, uno sberleffo in faccia ai lavoratori.
Sembra un macabro scherzo: proprio negli ambiti dove le diseguaglianze sono più laceranti e i diritti essenziali più vilipesi, si intende proseguire speditamente con l’autonomia differenziata, che acuirà le differenze territoriali e il dolore sociale, come rilevato non solo da coloro che da anni si battono nella società contro questa deriva, ma anche da qualificate istituzioni nazionali e internazionali.
Sosteniamo la lotta dei comitati, come in Emilia Romagna, dove si dà il via alla raccolta firme per una legge regionale che cancelli la sciagurata intesa firmata da Stefano Bonaccini nel 2018.
Nelle piazze, nelle istituzioni, da Sud a Nord, questo processo devastante va fermato, prima che sia troppo tardi!
Prepariamoci ad un autunno di mobilitazione per l’unità della Repubblica e dei diritti.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Tonia Guerra, segreteria nazionale
resp.le campagna “NO Autonomia Differenziata” - Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea