Ieri la Consulta ha dichiarato inammissibile il quesito per l’abrogazione di ciò che rimane della legge 86/2024 sull’autonomia differenziata, dopo la sentenza n. 192 del 14 novembre scorso, con la quale ne aveva modificato e dichiarato illegittimi i punti fondamentali.
La legge Calderoli, già svuotata dei suoi contenuti essenziali e avversata dalla mobilitazione eccezionale che negli ultimi mesi ha portato alla consegna di un milione e trecentomila firme per la sua cancellazione, è politicamente decaduta.
Esclusa la via abrogativa diretta, quella referendaria, ora occorre intensificare la vigilanza sul percorso istituzionale e la mobilitazione per impedire forzature e colpi di mano (come le intese reclamate dai presidenti di alcune regioni), organizzare l’iniziativa sociale e politica.
Il regionalismo competitivo, il premierato, il DDL Sicurezza delineano un disegno autoritario ed eversivo, in contrasto con i principi di uguaglianza e di solidarietà delineati dalla Costituzione nata dalla Resistenza.
Rifondazione Comunista, al fianco del vasto movimento che in questi anni si è battuto in difesa dell’unità della Repubblica e dei diritti fondamentali, è impegnata a tutti i livelli nella costruzione di una stagione di lotte, a partire dall’organizzazione di una straordinaria campagna referendaria su lavoro e diritti di cittadinanza, quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Tonia Guerra, responsabile Campagna NO Autonomia Differenziata
Rifondazione Comunista