di keynesblog
Le drammatiche misure di austerità che si stanno applicando in Spagna sono “una chiara dimostrazione delle penalizzazioni che sono state imposte all’economia in cambio del salvataggio delle banche e della dilazione temporale accordata per riportare il deficit al 3% del Pil.”
Con queste parole dell’economista Santiago Sanchez Guiu dell’Università Carlo III di Madrid si esprime in un post sul blog “Free Exchange” dell’Economist parlando della catastrofe economica che sta travolgendo la Spagna.
L’articolo ribadisce, ,se ancora qualcuno non l’avesse inteso, che la crisi della Spagna non deriva da un lassismo del bilancio pubblico. E’ bene ricordare – sostiene Sanchez Guiu – che nel 2007 la Spagna registrava un surplus complessivo di bilancio più grande di quello della Germania e un deficit strutturale minore. Il debito al lordo di interessi era pari in Spagna al 36% del Pil contro il 65% di quello della Germania. E fino allo scorso anno il debito pubblico spagnolo continuava ad essere inferiore a quello della Germania.
L’economia della Spagna sta implodendo – continua Sanchez Guiu – e senza forti misure di politica monetaria espansiva che facciano da contrappeso, gli effetti depressivi dell’austerità non potranno che ingigantirsi, attivando un circolo vizioso per cui il carico debitorio pubblico non potrà che peggiorare con effetti perversi anche sul sistema bancario.
Tutto questo può certamente spingere più in là il limite di resistenza economica del paese fino al punto in cui alla Germania risulterà conveniente fare la sua parte nella gestione del rischio finanziario della Spagna. Nel frattempo, però, un quarto dei lavoratori spagnoli è disoccupato, una quantità più elevata di 4 punti percentuali rispetto alle cifre dello scorso anno, ed è davvero difficile immaginare che questa situazione sia ancora sostenibile a lungo.
Leggi l’articolo da “L’Economist”