di Pasquale Videtta e Daniel Rustici

Caro Presidente Nichi Vendola, cara Sinistra Ecologia Libertà,
vi scriviamo dopo aver meditato a lungo sulle parole di Pier Ferdinando Casini e di Pier Luigi Bersani, su quella che Francesca Fornario ha ribattezzato satiricamente come "unione incivile";
vi scriviamo perché profondamente preoccupati per ciò che si prospetta all'orizzonte, per gli scenari futuri del partito, per la connivenza con un PD che ha rinnegato persino ogni parvenza socialdemocratica (inutile solo citarla la "tradizione comunista");
vi scriviamo dopo aver assistito, inorriditi, all'assemblea nazionale del Partito Democratico in cui non solo è stato approvato un documento sui diritti civili che ricorda i Dico e i DiDoRe di mastelliana memoria, ma in cui è stato impedito un voto democratico (a dispetto del loro nome) sugli Odg riguardanti i matrimoni omosessuali.

Nichi, ripeti spesso che "c'è bisogno di sinistra", ma quale sinistra si può costruire con chi ha portato l'età pensionistica a 67 anni, con chi ha manomesso l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori ("Un esempio di riformismo", ha affermato Anna Finocchiaro), con chi vuole il TAV in Val di Susa, con chi ha votato in ogni occasione il rifinanziamento delle missioni militari in Afghanistan, con chi, sui diritti degli omosessuali, attua la politica del cilicio, con chi ha sostenuto il sì al fiscal compact e al pareggio di bilancio, con chi si è pericolosamente diviso su Marchionne e sul reddito minimo garantito, con chi in Sicilia ha appoggiato Lombardo per anni, con chi ha avuto (ed ha tuttora) una posizione ondivaga sui beni comuni, sui temi etici e sulla laicità dello Stato?
La soluzione salvifica non è quella delle primarie e la dimostrazione di ciò la si sta avendo a Milano, dove l'area cattolica dei democratici, malgrado la vittoria di Pisapia alle primarie e al primo e al secondo turno delle Comunali, sta tentando di far saltare il registro delle unioni civili.

I risultati di François Hollande in Francia e di Alexis Tsipras in Grecia e la débâcle del PSOE in Spagna dimostrano, ora più che mai, che l'era dei continui compromessi al ribasso, dello snaturare ciò che si è e si deve essere, del "mito dei moderati", bisogna concluderla. E questo sarà possibile solo collaborando con l'Italia dei Valori, con la Federazione della Sinistra ("Basta con i risentimenti, è tempo dei sentimenti", si disse al Congresso fondativo di SEL), con il nuovo soggetto politico Alba e con tutte quelle realtà civiche e movimentiste la cui bussola è orientata verso un'alternativa di sinistra. Sia chiaro: non ci si può schierare contemporaneamente con il Pd e con la Fiom. Occorre una scelta di campo, chiara. E non è vero che quello delle sigle "è un discorso astratto": in esse sono presenti storie, percorsi, programmi, volti, idee, ideali, ideologie, battaglie, sentimenti, soggettività.

La "logica delle cose" non permette ulteriori tatticismi e ambiguità. E' il momento di decidere; è il momento di avviare un percorso alternativo non solo alle destre, ma anche ai centristi e al Pd. Se non ora, quando?

*tesserati di Sinistra Ecologia Libertà

 

 

 

 

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