di Samantha Panarelli
Le voci sul sequestro degli impianti dell’Ilva di Taranto, che nei giorni scorsi hanno messo in allarme gli operai dell’acciaieria, si stanno facendo più insistenti.
Secondo indiscrezioni, il sequestro dell’impianto, che potrebbe essere disposto dalla magistratura a seguito dei risultati delle perizie sull’inquinamento, sarebbe imminente e, per questo, in mattinata è stato indetto uno sciopero immediato dei lavoratori.
A scatenare la protesta, appunto, la snervante attesa per la decisione del gip, che potrebbe mettere a repentaglio il futuro dell’acciaieria più grande d’Europa nonché compromettere centinaia di posti di lavoro.
Inoltre, non solo Taranto ma l’Italia intera rimane col fiato in sospeso aspettando la decisione definitiva dei magistrati; infatti, la possibile chiusura dell’impianto avrebbe forti ripercussioni sull’economia nazionale, considerando che l’Ilva solo nel 2011 ha prodotto sette milioni di tonnellate di acciaio.
Già il 30 marzo scorso, in occasione della chiusura dell’incidente probatorio legato all’inchiesta a carico dei vertici dell’Ilva per disastro ambientale, 8mila operai e impiegati del siderurgico manifestarono per le strade della città con un sit-in che si è concluso sotto la sede del Comune.
Questa mattina, fin dalle prime ore dell’alba, erano presenti oltre 3mila operai al presidio deciso ieri davanti alla direzione del siderurgico.
Dopo l’annuncio del sit-in organizzato dai sindacati a Roma giovedì, in contemporanea con il tavolo al governo sull’emergenza jonica, oggi i sindacati Fim, Fiom e Uilm di Taranto hanno proclamato all’improvviso uno sciopero di due ore.
Alla protesta, che è durata dalle 10 alle 12, hanno partecipato tutti i lavoratori del primo turno, tranne gli operai di comandata, quelli cioè che non si possono allontanare dallo stabilimento.
In totale sono 4mila i lavoratori scesi tra le strade del capoluogo ionico: dopo aver incrociato le braccia, gli operai hanno bloccato la statale Appia, la 100 verso Bari, e la statale 106 per Reggio Calabria; attualmente la circolazione dei veicoli è stata deviata su strade secondarie e la zona è presidiata da poliziotti e carabinieri.
Intorno alle 12, gli operai hanno cominciato a smontare i blocchi e rientrare in fabbrica, dove probabilmente verrà organizzata l’assemblea.
In queste condizioni, i sindacati invitano il gip a prendere decisioni alla svelta: più passa il tempo, più aumenta il rischio di infiltrazioni, tra le fila operaie, di gente pronta a tutto pur di provocare disordini.
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