di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena
Un autogol pazzesco, tanto da mettere in subbuglio la base del partito – costretta a difendersi l’indifendibile – e a soqquadro gli esistenti equilibri politici nel centrosinistra. Da Napoli, Luigi De Magistris non si capacita di tale svolta e lo invita a ritornare sui suoi passi, intanto ad Antonio Di Pietro non pare vero e in una conferenza stampa organizzata d’urgenza si candida a premier di una sinistra alternativa alle destre, a Monti, al liberismo. A cui molto probabilmente coinfluiranno Federazione della Sinistra, Verdi, il soggetto Alba, la Fiom, la lista dei “sindaci” e soprattutto pezzi di società civile. A questo punto c’è una sola domanda da farsi: Nichi Vendola farà autocritica o il legame a filodoppio col Pd – e l’idea di governare – è più forte di qualsiasi cosa?
La storia si ripete, e stavolta su larga scala: se l’epilogo sarà lo stesso di Napoli e Palermo, allora Vendola ha appena compiuto il proprio atto suicida.
Il “tradimento” della foto di Vasto compiuto dal governatore pugliese, lasciando al proprio destino l’Italia dei Valori e la costruzione di un centrosinistra più largo e realmente alternativo rispetto alle politiche dell’ultimo ventennio - comprese quelle uliviste - ricorda quanto avvenuto un anno fa e pochi mesi fa a livello locale. A Napoli il Pd impone la candidatura di Mario Morcone: un moderato con un appeal degno di un barattolo di pomodori pelati cinesi. In piena continuità con la stagione più triste e fallimentare del bassolin-iervolinismo.Si candida anche Luigi De Magistris con un programma sintetizzabile nel grossolano “scassiamo tutto”. Che però perlomeno rende bene l’idea, senza bisogno di troppe narrazioni. Lo sostengono Idv e Fds. E Sel? Vendola sta in mezzo, vorrei ma non posso e infatti sceglie Morcone. Risultato: un disastro per il Pd, un disastro per Sel, un trionfo per la sinistra scassa tutto. Capitolo due, un anno dopo. Palermo. Primarie farsa, ma il Pd appoggia lo stesso Fabrizio Ferrandelli. L’uomo vicino al Pd che sostiene Raffaele Lombardo, colui che ieri si è dimesso lasciando la Regione sull’orlo del crac, agonizzante ma quantomai arzilla se si parla di clientele dell’ultima ora.L’Idv candida Leoluca Orlando, anche lui sotto il segno dell’alternativa, sia al Pdl che al Pd che scimmiotta Lombardo. Lo sostiene da subito la solita la Federazione più i Verdi. E Sel, Sel cosa fa? Vendola cala il diktat dall’alto e sostiene Ferrandelli, con mezza base in rivolta. Risultato: disastro Pd, disastro Sel, trionfo per Orlando e compagnia.Eppure la foto di Vasto, appena sacrificata sull’altare dell’Udc, aveva bene o male funzionato: Milano, Cagliari, per ultima Genova. Asse salda Pd-Idv-Sel, appoggio di altre forze di sinistra, candidatura di rottura rispetto al passato. Lezioni che erano apparse lampanti, anche perché altrove lo schema centrosinistra più Udc aveva dimostrato di non funzionare, lo sanno bene in Piemonte (Bresso) e pure in Molise.L’epifania montiana ha cambiato le carte in tavola, certo. Ma il nodo a sinistra rimane lo stesso di sempre: governare è il fine oppure il mezzo? A certe condizioni, costretti a subire i desiderata di Casini in Caltagirone, appare un fine. Fa specie il repentino giravolta del governatore pugliese, che fino a ieri lanciava accorati appelli a Bersani assieme a Di Pietro. Fa specie sentirlo ripetere il mantra dell’ex pm “populista e demogogico”. Già, intanto ieri Di Pietro - mentre Vendola confabulava tatticismi assieme a Bersani - andava a depositare quattro quesiti referendari in Cassazione, compreso uno per il ripristino dell’articolo 18.Così come appare assai furbo ma assai mistificatorio affibbiare patenti (come quella di “attaccare” il Colle) senza mai entrare nel merito delle questioni, senza dire - per esempio - se un pm come Antonio Ingroia merita pieno sostegno oppure bacchettate sulle nocche. Forse stavolta non si ripeterà né Napoli né Palermo, forse stavolta il centrosinistra-Centro vincerà. Però basta dirlo subito, che l’obiettivo finale non è “governare per”, ma governare. Si cresce sognando Che Guevara, si finisce amministrando il condominio.
O forse - si spera - che Vendola torni indietro su suoi passi. Anche perché il nuovo centrosinistra progettato ieri - dove si ipotizzerebbe, in caso di voto col Porcellum, un’alleanza Pd, Sel e cosiddetta lista civica Saviano con poi un appoggio esterno in Parlamento dell’Udc - potrebbe svuotare di consensi la stessa Sinistra Ecologia e Libertà la cui base chiede politiche “riformiste” e non certo tatticismi di Palazzo. E soprattutto il “polo della speranza” lascerebbe a sinistra uno spazio per la creazione di un soggetto nuovo e alternativo. Ma, in fondo, è fantapolitica perché Vendola ieri ha solo scherzato. Non è vero Nichi?
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