di Fabrizio Goria

Fabbrica Italia è superata. Lo ha detto Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat. I dati di produzione che Linkiesta è riuscita a ottenere e visionare spiegano cosa ciò significhi in termini di minor produzione prevista. Si tratta dei Piani operativi 09, nati quindi a settembre. Si stimano le produzioni finali per il 2012 e si preparano quelli per il 2013, in modo da avere una prospettiva sul budget. Il riferimento è agli stabilimenti italiani (Mirafiori, Melfi, Pomigliano d’Arco, Cassino), a quello polacco di Tychy e a quello serbo di Kragujevac, che ha da poco visto la conferma dell’arrivo di 500 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti (Bei).

I dati sono impressionanti. Se nel 2009 questi stabilimenti, più quello di Termini Imerese, avevano prodotto circa 1,24 milioni di vetture, per il 2012 ne saranno prodotte circa 734.000, circa il 40% cento in meno rispetto a tre anni fa. Ma anche molto meno rispetto alla stima di gennaio, che vedeva volumi produttivi per circa 1.027.900 automobili. In leggero aumento aumento, invece, le primissime stime per il 2013: da questi siti produttivi dovrebbero nascere circa 826.400 auto.
Mirafiori: Nello stabilimento torinese, il primo e più significativo dal punto di vista storico, le previsioni di Fiat sono state ulteriormente abbassate. Il Piano operativo 7, ovvero quello di luglio, prevedeva circa 46.100 vetture in uscita dai cancelli di Mirafiori. L’ultima stima vede una produzione di 44.200 automobili, circa 1.900 unità in meno. Colpa non tanto della fine della produzione di Lancia Musa e Fiat Idea, le monovolume compatte del Lingotto, quanto del calo della domanda della Alfa Romeo MiTo, che in contrazione di, appunto, 1.900 vetture rispetto alla precedente attesa, da 29.300 a 27.400 vetture. E dire che il 2012 era iniziato con ottimismo. Per la piccola della casa di Arese, nata sul pianale della Grande Punto, c’era una previsione (Piani operativi di gennaio 2012) di circa 45.300 vetture, in aumento rispetto alle 41.000 MiTo prodotte nel 2011. Cifre che non rendono l’idea del tracollo del sito torinese. Nel 2009 la produzione di Mirafiori fu di 172.000 automobili. Lentamente sono scese fino alle 59.000 stimate per il 2012 a inizio anno, per arrivare alle 44.000 di oggi. E nel 2013, per ora, non ci sono altre produzioni in programma. Finita la vita commerciale di Musa e Idea, per tutto il 2013 i Piani operativi di Fiat non prevedono altra produzione oltre alla MiTo, in 29.700 esemplari circa. E come confermano fonti della casa torinese a Linkiesta, «di nuovi progetti, nemmeno l’ombra». Questo perché «nemmeno i fornitori sono stati allertati, non ci sono nuovi modelli». In effetti, non c’è nulla al di fuori della Fiat 500X, il crossover derivato dalla Fiat 500 svelato a luglio, della 500L long, la versione a sette posti della piccola monovolume appena lanciata, e la 500L Usa, nella specifica configurazione per il mercato statunitense.
Melfi: Che per il più grande stabilimento italiano il 2012 sarebbe stato difficile era facile immaginarlo. Ma in pochi avrebbero pensato che forse, per la prima volta nella storia recente, si scenderà sotto le 150.000 vetture prodotte l’anno. Nello specifico, l’ultima previsione del Lingotto vede una produzione di 148.600 veicoli, meno 8.200 rispetto alle stime di luglio. Il primissimo programma produttivo con riferimento al 2012, risalente al settembre 2011, vedeva la nascita di 223.700 vetture, immediatamente riviste al ribasso nel piano operativo di gennaio 2012, circa 211.600 unità. Anche in questo caso, il paragone con gli anni passati è improponibile. Nel 2009 la produzione complessiva dell’impianto fu di 266.000. Le uniche vetture prodotte a Melfi sono la Grande Punto, bestseller di casa Fiat, e i suoi model year, cioè le nuove versioni annuali. Il grande della produzione spetta alla Grande Punto Serie 6, l’ultima versione, con circa 135.000 vetture stimate per il 2012, meno 8.200 vetture rispetto al programmi di luglio e meno 55.600 auto rispetto a quelli di gennaio, quando si stimava una produzione di 190.600 automobili. E per il 2013? Secondo i programmi dovrebbe rimanere attiva solo la produzione dell’attuale Grande Punto Serie 6. Niente più Grande Punto Actual, né EVO. Nel complesso, la stima di produzione dell’ultimo Piano operativo ufficiale di Fiat vede la nascita di 157.500 vetture da Melfi per il 2013. Non è escluso, tuttavia, che possano essere portate delle produzioni già esistenti, data la flessibilità delle linee dell’impianto.
Pomigliano: Lo stabilimento Gianbattista Vico era la grande scommessa di Sergio Marchionne. Una scommessa, per adesso, persa in pieno. L’obiettivo era ambizioso: prendere il successore di un modello di evidente successo, la Fiat Panda, prodotto in uno stabilimento di qualità superiore, Tychy (Polonia), e portarlo in Italia, in uno stabilimento da rinnovare. E complici, da un lato alcuni ritardi produttivi e dall’altro il calo della domanda di automobili, la produzione di Pomigliano è stata costantemente tagliata, fino ad arrivare alle ultime previsioni, che vedono una produzione per il 2012 di 119.200 vetture. Si era partiti, con il Piano operativo di ottobre 2011, con una stima di 202.700 automobili. Si era presto passati a 188.500 unità nelle stime di gennaio, nonostante la forte campagna promozionale per il lancio della Nuova Panda. Per il 2013, invece, le previsioni sono migliori. Dovrebbero essere risolti alcuni problemi sulle linee di produzione, che porteranno la Nuova Panda a essere prodotta in 177.500 esemplari.
Cassino: Il calo della produzione non risparmia nemmeno il sito definito da Marchionne come «il più avanzato d’Italia» in più di una occasione. Memorabile fu quando il numero uno della casa torinese arrivò a sorpresa a Cassino per incitare i dipendenti a dare sempre di più. Quest’ultimi lo avranno anche fatto, ma non è bastato. Le automobili che usciranno saranno 102.300, contro le 109.000 previste a luglio, le 135.400 stimate a ottobre 2011 e le 139.800 ipotizzate a gennaio di quest’anno. Praticamente invariata la produzione della Fiat Bravo, quasi 16.900 unità, sono invece in calo le sorelle, ovvero Lancia Delta, circa 13.700 vetture, e Alfa Romeo Giulietta, circa 71.700 auto. La stessa linea di produzione rimarrà la medesima anche nel 2013. Poche le variazioni, in leggero aumento la produzione finale prevista per il 2013, 111.700 automobili.
Tychy: Il sito polacco era il fiore all’occhiello di Fiat. Competitivo, qualitativamente avanzato, funzionale. Eppure, il Lingotto ha deciso di spostare la produzione della Nuova Panda da Tychy a Pomigliano d’Arco. In compenso, è stata introdotta la produzione della Lancia Nuova Ypsilon, che affianca il solito parterre del pianale delle citycar di casa Fiat: Fiat 500, Fiat 500C, Panda Model Year 09 e Ford Ka. Nel complesso per gli ultimi piani di produzione dallo stabilimento di Tychy usciranno 347.000 automobili (compresa la Ka). Un’infinità in meno rispetto alle 588.000 prodotte nel 2009, ma anche molte di meno rispetto alle 389.100 previste a gennaio. Numeri in calo, ma solo sulla carta e in via provvisoria, anche per il 2013. Dai piani operativi emerge infatti che la casa torinese sta ipotizzando una produzione 2013 per Tychy di quasi 262.000 vetture: 146.200 Fiat 500 (contro le 144.000 del 2012), 65.500 Lancia Ypsilon (contro le 55.500 del 2012) e circa 50.000 Ford Ka (contro le 54.700 del 2012). Finirà invece la produzione dei 93.000 esemplari della Panda MY 09 e resta un interrogativo: come mai non è ancora presente il piano di produzione della Fiat 500 Convertibile?
Kragujevac: Quello serbo è lo stabilimento su cui Marchionne sta puntando di più. In questi giorni è partito il lancio commerciale di un modello su cui il Lingotto ha puntato molto, la Fiat 500L. La monovolume media derivata dalla Fiat 500 sarà prodotta, dopo qualche inconveniente d’avviamento, in 27.300 esemplari per il 2012, circa 6.000 vetture in meno rispetto al piano operativo di luglio. Infatti, solo fra ottobre e novembre la produzione entrerà a pieno regime, attestandosi intorno alle 10.000 unità al mese. E dire che i ritardi sono stati molti. Nel primo piano operativo di gennaio 2012, Fiat stimava di produrre 40.500 Fiat 500L, in rialzo dalle previsioni di ottobre 2011, circa 30.900 unità. Le cose miglioreranno nel 2013, quando saranno prodotte anche le versioni per gli Stati Uniti (500L Usa) e a sette posti (500L long). Le stime sono di 73.000 500L short, 46.000 500L Usa, 17.400 500L long, a cui bisogna aggiungere circa 1.600 Fiat Punto. Nel complesso, dallo stabilimento serbo dovrebbero uscire circa 138.000 vetture il prossimo anno. Non male, considerati gli elevati margini produttivi che il Lingotto ha nel produrre a Kragujevac.
La domanda ricorrente è solo una. Quale futuro per Fiat? Inutile ribadire che il progetto “Fabbrica Italia” è superato. La recessione sta mettendo a dura prova le case automobilistiche in Europa. I margini sulle vendite, infatti, per Fiat arrivano per lo più dagli Stati Uniti. Al di là dell’Atlantico il rilancio di Chrysler, Dodge e Jeep sta funzionando. In previsione ci sono circa 60 nuovi modelli che, se profittevoli e adattabili al mercato europeo, potrebbero essere utilizzati. L’esempio della Fiat Freemont, ovvero il re-branding della Dodge Journey, dopo un avvio difficile ha iniziato a vendere e si è conquistata una buona fetta di mercato nel segmento dei suv medi. Infelice invece l’esperienza di Lancia Thema e Lancia Flavia, poco apprezzate dal pubblico italiano. Congelati per ora tutti i nuovi progetti.
L’erede della Grande Punto, secondo indiscrezioni raccolte da Linkiesta, potrebbe non arrivare prima del 2015. E rimane un mistero quale sarà il destino di Mirafiori. Se fino a qualche mese fa doveva iniziare la produzione di un suv compatto Fiat 500X, il virtuale successore della Fiat Sedici, ora è tutto in stand-by. Lo si evince anche dai piano operativi, dove la 500X è presente sotto la voce Mirafiori, ma non ci sono altri dettagli. Fonti interne alla casa sabauda prevedono che i primi modelli del suv medio inizino nella seconda metà del 2013, ma molto dipenderà dalla congiuntura economica. «Se non c’è domanda, non ci può essere offerta», sarebbe solito ripetere Marchionne in merito al mercato italiano ed europeo. A fronte di costanti cali della domanda in Europa, meglio tenere ferma la liquidità, spingere sugli Stati Uniti e sfruttare le sinergie, come quella su motori e componentistica. Il resto, per ora, può attendere.

 

linkiesta.it

 

 

 

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