di Nicolò Ollino

Alla Lagor di Cerro Tanaro, provincia di Asti, si applica la Riforma Fornero del lavoro. Deteniamo infatti il triste primato della prima città che licenzia, dopo lo scassinamento dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, per motivazioni economiche quindi oggettive ed incontrollabili quindi molto spesso false e discriminatorie. Come è successo per esempio nel caso di Vittorio Gaffodio, 45 anni, Rsu FIOM/CGIL (come un altro licenziato, il terzo ad ogni modo è un ex FIOM, insomma: dei rompicoglioni da far fuori). A Vittorio il medico prescrisse l’impossibilità di svolgere il turno di notte in azienda per problemi di salute ma Vittorio da quando lavorava li alla Lagor afferma di aver fatto al massimo una settimana complessiva nel giro di vari anni di turno di notte.

Fatto sta che qualche giorno dopo la trascrizione del referto medico arriva la convocazione del lavoratore e la comunicazione di pre-licenziamento, abbinata alla promessa di un indennizzo, di qualche mese di assegno di disoccupazione. Ora si è in attesa della comunicazione del licenziamento vero e proprio e intanto la FIOM di Asti grazie alla prontezza e tenacia dei compagni dirigenti locali Bonaudi e Morabito ha fatto partire la querelle legale e ha dato risonanza mediatica alla tragedia sociale di cui stiamo trattando, prendendo anche parte a trasmissioni nazionali come L’Ultima Parola e L’Infedele.
Queste cose Bonaudi (Segr. Prov. FIOM) e Gaffodio le hanno raccontate al PRC di Asti il 16 di Settembre al dibattito conclusivo di una splendida Festa Rossa Provinciale molto partecipata, dibattito seguitissimo cui prendemmo parte anche Paolo Ferrero ed io, analizzando la crisi e le false risposte che il governo da alla crisi, aggravandola giorno dopo giorno.
Stamattina, mercoledì 19 Settembre, la FIOM ha indetto un’assemblea a Cerro Tanaro con corteo di protesta davanti alla Lagor. Nella grande affluenza di lavoratori, curiosi, cittadini ed esponenti politici e sindacali, spiccava una folta e preparata delegazione di Rifondazione, FdS e Giovani Comunisti. Noi saremo con questi lavoratori nella loro e nostra lotta, non li lasceremo soli, continueremo più che mai l’opposizione contro il Governo dei banchieri e dei padroni che non fa altro che addossare il costo della crisi sulle spalle dei più deboli e quindi non fa altro che generare disagio sociale come quello che ora affligge le famiglie dei tre licenziati in tronco. Ribatteremo al tentativo di intimidazione e di instaurazione di un clima di terrore da servitù della gleba e quando la lotta si farà più dura ci ricorderemo le parole di Vittorio “mi hanno licenziato perché sono della FIOM e mi son sempre fatto valere, ma tornassi indietro farei tutto di nuovo come ho fatto”.

 

Segretario PRC Asti

 

 

 

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