di Debora Aru
Alla fine la Glencore si è ritirata dalle trattative con il governo. Con una lettera inviata al ministero dello sviluppo economico, al presidente della Regione Ugo Cappellacci e ai sindacati sardi, la multinazionale svizzera ha deciso di rinunciare all'acquisto dello stabilimento Alcoa di Portovesme.
Il pomo della discordia è il prezzo dell'energia elettrica: non è stato infatti possibile superare lo scoglio rappresentato dalle richieste avanzate dalla Glencore che ha fissato come soglia massima possibile i 25 euro/MWh.
«Con una volontà meramente propositiva -scrivono i vertici dell'azienda elvetica nella lettera - desideriamo semplicemente sottolineare che con l’applicazione dei meccanismi illustrati arriviamo ad un costo finale dell'energia pari a 35 euro/MWh, prezzo che si è rivelato insufficiente a garantire anche la continuità produttiva di Alcoa».
Franco Bardi, sindacalista della Cgil che si batte con i suoi colleghi in prima linea per difendere il posto di lavoro degli operai dell'Alcoa, a proposito delle richieste avanzate da Glencore, ha dichiarato che erano insostenibili. E non si è mostrato assolutamente sorpreso del ritiro della multinazionale: «Noi lo sapevamo già tre giorni fa e comunque ce l’aspettavamo. Pretendere l'energia a 25 euro/MWh significa non voler portare avanti una trattativa».
La rabbia per quello che sta succedendo a Portovesme è tanta. E ha, però, un destinatario preciso. Bardi non usa mezzi termini: «Serve che il governo parli di meno e metta nero su bianco quello che dice. Chiunque si presenta con le sue offerte per salvare Portovesme, ha bisogno di atti concreti e sicurezze da parte dell’esecutivo. La responsabilità di questo fallimento di trattative è totalmente del governi nazionale e anche di di quello regionale perché devono fornire un documento che garantisca a qualsiasi società interessata ad investire sul nostro territorio un costo competitivo dell'energia». La replica del Mise arriva per bocca del suo portavoce: «Il ministero dello sviluppo economico ha emesso un comunicato in cui spiega le ragioni per le quali la tariffa dell'energia è stabilita a 35euro/MWh. Questo importo rientra nella media europea -spiega l'ufficio stampa del ministero- e se non venisse rispettato le multe che ne conseguirebbero sarebbero a carico dei cittadini».
Dal ministero retto da Passera tengono a precisare che non sono mai state avviate trattative ufficiali tra Glencore e Alcoa, in quanto la multinazionale svizzera non ha mai contattato l'azienda di Portovesme con nessuna proposta. Lascia però trapelare un'indiscrezione: secondo quanto riferito dall'ufficio stampa, un'azienda ap- partenente alla sfera extra europea avrebbe già contattato l'Alcoa con una proposta, non rivelando però ancora il nome dell'interessato.
Intanto, sul versante isolano oggi, sono stato mandati a casa i primi 65 operai interinali (sarebbero 68 ma 3 hanno già terminato a agosto) e per domani sono previsti due tavoli: uno in mattinata con Confindustria e l'altro nel pomeriggio con l'assessorato al lavoro della Regione per discutere sugli ammortizzatori sociali per gli interinali e i lavoratori degli appalti. «Se non si trovano soluzioni -ammonisce Franco Bardi- da mercoledì sarà difficile governare una situazione come questa».
In mattinata oggi è anche prevista un'as- semblea informativa in azienda con i lavoratori Alcoa e un'altra anche il prossi- mo mercoledì per riferire l'esito degli incontri dei giorni precedenti e per stabilire quali saranno le prossime azioni da intraprendere.
Stamattina poi, per alleviare i momenti di tensione e non far sentire soli i lavoratori Alcoa, il presidente del Motoclub di Olmedo (Sassari) ha coordinato un raduno a Portovesme di tutti i motociclisti associati: è prevista la vista di 600 centauri che attraverseranno sulle due ruote tutta l'isola per portare la loro solidarietà ai lavoratori.
Pubblico 30 settembre 2012