di lospiffero.com
Non ha avuto neanche il tempo di afferrare il microfono. Il ministro del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero, giunta al Centro anziani Nicola Drosa di Nichelino, cittadina dell'hinterland toriinese, per un dibattito pubblico, è stata costretta ad abbandonare l’incontro, dopo essere stata oggetto di cori e fischi da parte della platea, formata da circa 300 persone, tra cui spiccavano le bandiere di Rifondazione Comunista e dei Cub. L'incontro è stato organizzato da Roberto Rosati, presidente di Nichelino Bene Comune. E così dopo le polemiche milanesi sui giovani "schizzinosi", la Fornero è stata nuovamente al centro di altre contestazioni.
A nulla è servito anche il tentativo del sindaco Giuseppe Catizone di sedare la protesta e di consentire al sindaco di poter svolgere il proprio intervento: "Qui non siamo allo stadio - ha urlato dal palco il primo cittadino - il ministro è stato invitato e noi siamo qui per ascoltarlo". Al termine della gazzarra Catizone ha stigmatizzato l'accaduto, rivolgendosi ad alcuni dei promotori della protesta: "Vergognatevi, avete fatto fare una brutta figura alla comunità nichelinese". La stessa sorte è toccata all'ex parlamentare Salvatore Buglio, anche lui attaccato nel prendere la parola. Nel lasciare la sala, Fornero dicendosi "avvilita che mi si neghi la possibilità di parlare" e poi ha aggiunto: “Ho incontrato i lavoratori dell’Alenia, oltre mille, che non la pensavano certo come me ma mi hanno ascoltata con rispetto”. Nonostante l'accaduto ha tuttavia garantito la propria disponibilità di incontrare in separata sede i lavoratori della ex Viberti, azienda da tempo in crisi, alcuni dei quali erano presenti in sala.
“Ora non si inizi a parlare di atti antidemocratici, perché dopo un anno di lacrime e sangue, la Fornero sta solo raccogliendo quello che ha seminato” dichiara Mao Calliano, segretario torinese del Pdci. “La contestazione al Ministro Fornero oggi a Nichelino non è solo la contestazione di Rifondazione Comunista e dei Cobas, ma è la contestazione degli esodati, dei giovani senza lavoro e sbeffeggiati, dei licenziati grazie alla manomissione dell'art 18 e di tutti quelli che contestano le scelte del governo dei tecnici e dei poteri forti, di cui Fornero è il plastico esempio”, sottolinea Ezio Locatelli, segretario provinciale Rifondazione Comunista Torino