di Franco Frediani

Berlusconi conquista ancora una volta la pole position nelle prime pagine dei quotidiani. La cronaca, almeno per quanto ci riguarda, potrebbe (e dovrebbe) finire qui. E' vero che si parla volente o nolente, dell'uomo che per diciotto anni ha monopolizzato la scena politica italiana, così come altrettanto innegabile è il fatto che non si può dimenticare quello ha significato e comportato. Tuttavia, le considerazioni che soprattutto a livello politico dovrebbero essere fatte, sono ben altre. Le riflessioni che si rendono necessarie, non sono tanto per ricordarne le gesta (per questo basta consultare gli archivi giudiziari e contare l'incredibile numero di rinvii a giudizio per farsene un'idea) quanto semmai, per non enfatizzare e dare troppo risalto a qualcosa che potrebbe ancora una volta distogliere l'attenzione da quella che è la situazione sociale e politica del Nostro paese.

Si sprecano persino i sondaggi nel tentativo di offrire una spiegazione al "gesto fatidico" dell'ex premier. Ma, dico, nessuno si chiede se può aver senso chiedersi, ORA e OGGI, il motivo per il quale “B”, per dirla alla Travaglio, rinuncia a ricandidarsi alla carica di premier? La realtà non può essere ignorata. Il "mostro" ha fagocitato il suo creatore, ovvero, il Berlusconismo sopravvive anche in assenza del suo ideatore. Questo fenomeno canceroso è vivo e vegeto, ed ha permeato le "pareti" della nostra società con effetti devastanti. Come se non bastasse, è stato proprio questo a creare i presupposti per l'incarico governativo affidato a Mario Monti; con il conseguente apprezzamento dei potentati economico-finanziari Internazionali che da tempo nutrivano scarsa considerazione verso il nostro Cavaliere, e dai quali prende origine la politica neoliberista della stessa BCE. Il punto focale si sposta dunque nettamente. L'immagine del sempre meno credibile imprenditore-premier, che un giorno afferma una cosa salvo poi smentirla quello dopo, viene così sostituita da quella dell'uomo "forte", che appare deciso e credibile soprattutto nei confronti degli Alleati più “potenti”. In realtà la politica Berlusconiana ha trovato una reale continuità in quella del governo dei "falsi tecnici", che però, a differenza del suo predecessore, non fa proclami ma esegue! Ridotto (non tolto!) lo spazio per le leggi ad personam, ecco quindi arrivare, una dietro l'altra il grappolo di "bombe" ormai note sotto il nome di riforma delle pensioni, controriforma del lavoro, pareggio di bilancio, patto di stabilità, spending review e quant'altro.  Non è il caso neppure di parlare di oscillazioni distimiche da parte dell'ex premier; la sua è probabilmente una presa d'atto, suggerita o meno, di un rapporto ormai "rotto" con il Paese. Altrettanto chiara è la situazione che è presente da tempo nel centrodestra, dove il vuoto lasciato dal suo "padre-padrone" continua a farsi sentire senza che all'orizzonte si intravedano alternative.  Un vantaggio per il centrosinistra? Probabilmente no, visto l'insistente corteggiamento riservato all'attuale presidente del Consiglio, pur sempre artefice di un fallimentare bilancio di mandato.

 

 

 

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