di Federico Mello
Sono passate due settimane dall’elezione a furor di popolo di Federico Pizzarotti a Parma. Il primo sindaco “a 5 Stelle”, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, è al lavoro giorno e notte per capire il funzionamento della macchina amministrativa. E’ sempre in comune, incontra gente, fa le ore piccole e soprattutto, lavora alla nuova giunta.
In realtà, mentre molti comuni eletti durante le ultime elezioni amministrative hanno già una squadra di governo, Parma non ha ancora una giunta (qualche novità è forse attesa per oggi): “Ma guarda, il super-efficiente-nuovo-che-avanza Movimento 5 Stelle è già impantanato con i soliti traffici sulle poltrone” la perfida ironia di Roberto Maroni a questo proposito.
Ok, non dobbiamo essere troppo severi: ci sta che soprattutto dopo la fatwa di Grillo sul manager pubblico Valentino Tavolazzi, qualche lungaggine per i neofiti 5 Stelle ci possa anche stare.
Il problema è però un altro. Tantissimo ha puntato il MoVimento sulla Rete, possiamo dire che Internet sia il principale cavallo di battaglia dei Cinque Stelle (che proprio online sono nati). Nel “Non Statuto” si dice addirittura che finalità del MoVimento è di riconoscere “alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi“.
Si presume quindi che, gli esponenti del 5Stelle, siano facilmente reperibili su Internet. Si immagina, per esempio, che la designazione della giunta di una città importante come Parma sia trasparente: che online si trovino candidature, ipotesi, curriculum, incontri, decisioni più o meno importanti.
Per ora, invece, almeno per ciò che riguarda il sindaco di Parma, nulla di ciò si trova online. Federico Pizzarotti non ha un suo sito personale e la sezione a lui dedicata sul sito parma5stelle è ferma al profilo del candidato sindaco buono per la campagna elettorale – sull’homepage, qualche scarna informazione sull’inceneritore e un comunicato che parla della bomba di Brindisi di venti giorni fa.
Non solo. Su Twitter Pizzarotti concede al massimo un paio di tweet al giorno, e non si fa mancare riflessioni del tipo: “Ancora al lavoro. Almeno la visuale dalla finestra è fantastica!” – che non sfigurerebbero nella rubirca Twitt-se-ne-frega del Fatto.
Non diversa la pagina Facebook, dove si aggiunge qualche foto di feste di bimbi e affermazioni tipo: “Oggi è la giornata mondiale contro il fumo. Ricordiamo ai ragazzi che fumare uccide. Non rende più adulti, solo più finti“. Un consiglio da Nonna Abelarda perfetto per far venire voglia di fumare mezzo pacchetto di sigarette.
Posto infine che, tranne Chi di Alfonso Signorini, a Pizzarotti non piace molto parlare coi giornalisti, che aspetta il sindaco a garantire la massima trasparenza di tutta la sua attività e della sua giornata tramite internet?
“Dateci tempo“, “La questione è complessa“, “Vi stupiremo” potrebbe rispondere. Ma di queste frasi ne abbiamo sentite a migliaia da politici di ogni schieramento: se Grillo le dovesse commentare, avrebbe solo una cosa da dire: “Morti!!! Siete tutti morti!!!!”.
Su Parma sono puntati gli occhi di mezza Italia e, per ora, non si può dire che la partenza sia stata col botto.
Aggiornamento h18:30: Intanto su Tavolazzi il sindaco Pizzarotti ha seguito il diktat di Beppe Grillo…
Aggiornamento2: E, sempre il sindaco, ha realizzato un video su YouTube dove illustra la nomina del suo assessore al bilancio ma nulla su come sta costruendo la giunta.
ilfattoquotidiano.it