di Angiris Panagopoulos
«Ci troviamo in mezzo a una dura guerra tra le forze del lavoro e il grande capitale globalizzato. Una guerra dichiarata dai famosi mercati contro i popoli e le loro società. La Grecia si è trovata nella prima linea di questa guerra e Syriza nella prima trincea dove si combatte duramente per la sopravvivenza».
A parlare è Basilis Moulopoulos, ex deputato, responsabile comunicazione della coalizione di sinistra Syriza. Moulopoulos era arrivato a Roma per studiare negli anni bui della dittatura. Era entrato nell'organizzazione "Venti Ottobre", che ad Atene aveva compiuto qualche attentato, come quello contro la statua di Truman, ma la sua vera militanza l'ha vissuta in Lotta Continua. Dove ha incontrato anche una professione, quella del giornalista.
Syriza sembra trovarsi nel mirino di Angela Merkel, delle autorità europee e finanziarie di tutto il mondo.
Syriza si trova nel mirino dei neoliberali, europei e non solo, perché ha aperto il vero dibattito sulle sorti dell'Europa. Il nostro risultato elettorale ha messo in evidenza che la medicina data al paziente rischia di ucciderlo, che l'intera architettura dell'Europa e dell'euro è una strada senza uscita.
La sinistra estremista rischia di andare al governo in un paese europeo?
Quale sinistra estremista? I veri estremisti sono loro, la Germania e i suoi alleati, che vogliono un suicidio collettivo per «salvare la Grecia». Le politiche dei Memorandum ci riportano alla dracma e alla dissoluzione dell'eurozona. L'Institute of international finance (l'organismo a cui fanno capo banche e creditori della Grecia, ndr) non è una componente di Syriza, il suo presidente Dallara non è uno dei nostri, però dice le stesse cose. Se il rappresentante dei banchieri dice che queste politiche non portano ad alcuna soluzione, è estremista?
Hollande dice che vuole un'altra Europa. I socialisti portoghesi non hanno votato le ultime leggi pro-Memorandum. Movimenti sindacali e sociali resistono e lottano un po' dappertutto...
Gli europei cominciano di capire cosa succede, oggi si trovano dove ci trovavamo noi tre anni fa, quando il Portogallo era il miglior alunno della classe dei neoliberali. Ci troviamo in mezzo a una dura guerra tra le forze del lavoro e il grande capitale globalizzato. Una guerra che hanno dichiarato i mercati, gli hedge funds, gli speculatori contro i popoli e le loro società. Le loro politiche non possono essere applicate senza limitare libertà e diritti. La Grecia si è trovata nella prima linea di questa guerra, e Syriza nella prima trincea.
Che dice Syriza dalla trincea?
Che dobbiamo abolire il Memorandum, ad esempio. Abbiamo elaborato un piano per risolvere le questioni del debito: per intendersi, possiamo congelare per il momento il debito e avere clausole di sviluppo per il suo pagamento. Ma del debito riconosciuto, non quello che calcolano gli strozzini dei mercati. Se non abbiamo surplus e sviluppo non possiamo pagare niente. Il fallimento della Grecia non conviene a nessuno.
Come affrontate la campagna mediatica scatenata contro di voi? Avete contro quasi tutte le televisioni e i grandi giornali, sui media c'è uno tsunami dei sondaggi a favore di Nuova Democrazia.
Questo punto riguarda gli intrecci e la corruzione prodotti dal controllo di una grande rete di mezzi di informazione da parte di grandi imprenditori cresciuti come fornitori di servizi allo stato. Romperemo questo circolo vizioso, e con le stesse leggi del mercato, perché i grandi media violano anche quelle: i canali tv privati funzionano senza licenze, non hanno mai pagato un euro! Però fanno campagna sui lavoratori e sui pensionati per convincerli a pagare tasse inique. I grandi canali e i grandi gruppi editoriali continuano a ricevere prestiti violando ogni tetto messo dalla Banca Centrale di Grecia. Hanno violato qualsiasi legge e norma pur di controllare l'opinione pubblica e sconfiggere Syriza. Sono terrorizzati dalla possibilità di vederci al governo.
il manifesto 5 giugno 2012