di Fabio Marcelli
Auch die Deutschen haben genug. Anche i tedeschi ne hanno abbastanza della Merkel e del suo governo ispirato direttamente dalla Bundesbank. Come dimostrato chiaramente dalle recenti elezioni nello Schleswig-Holstein e nella Nordrhein-Westfalen, non è poi affatto vero che i cittadini di quella che si configura come la potenza europea egemone siano d’accordo con la cancelliera e la sua dissennata politica neoliberista e monetarista.
C’è tuttavia da temere che la signora in questione porti a termine, prima di essere sostituita da governanti più all’altezza dalla situazione, il suo disastroso operato, finendo di sfasciare l’Europa.
Quest’ultima peraltro è in un certo senso vittima delle sue contraddizioni insuperate. Come ho scritto nel mio libro “Il diritto contro la crisi”, infatti:
“La reazione dell’Unione europea alla crisi in atto è indubbiamente condizionata in modo negativo da tre fattori di fondo. In primo luogo il fatto che ne fanno parte Stati a livelli di sviluppo alquanto differenti, in assenza, nonostante l’effettuazione di vari tentativi in questo senso, di concreti risultati da parte delle politiche volte al superamento degli squilibri territoriali. In secondo luogo la sua ispirazione esasperatamente neoliberista. In terzo luogo i limiti delle possibilità di manovra delle istituzioni europee, le quali, pur in presenza di una valuta comune, non possono avvalersi di comuni strumenti di governo dal punto di vista della politica economica e fiscale”.
E come scrivono i prestigiosi economisti Bruno Amoroso e Jesper Jespersen, dell’Università di Rotskilde, in una delle prefazioni a tale volume:
“La zona-euro si sta dissolvendo a causa del modello tedesco export-led basato su tagli ai salari e restrizione del mercato interno. Questa politica fortemente unilaterale della Germania, un vero e proprio dumping economico e sociale – crea tensioni all`interno della zona-euro, producendo il crescente indebitamento dei Paesi più deboli verso le banche tedesche e francesi e altri Paesi della zona-euro con un surplus della bilancia commerciale. Queste differenze tendono ad aggravarsi anno dopo anno e non esiste alcun meccanismo dentro il sistema dell’UME che possa fermare questo corso disastroso verso l’aumento del debito dei Paesi dell`Europa del Sud.”
All’attuale governatore della Banca europea Draghi va dato atto di aver saputo operare con una certa efficacia per contenere i danni di un’impostazione che peraltro egli abbraccia in buona sostanza. Ma tuttavia non è certo sufficiente mettere qualche pezza. Che ne è del fantomatico piano di salvaguardia dell’euro di cui si parla in questi giorni?
Solo ritrovando un vero spirito europeista basato sulla condivisione delle risorse e delle politiche l’Europa potrà salvarsi. Da questo punto di vista è vitale che in tutti i Paesi si affermino politiche di rigetto degli insostenibili diktat della Merkel e dei banchieri tedeschi. A cominciare dalla Grecia dove dovrà affermarsi Syriza, la forza di sinistra che costituisce l’unica alternativa per il nostro Paese fratello e martoriato, ma anche la nostra speranza.
Ed è necessaria una radicale rifondazione del patto europeo, a partire da alcuni princìpi pur contenuti nell’attuale Trattato europeo, a cominciare dall’art. 2, il cui testo è il seguente:
“L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’eguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”.
Scusate se è poco. Ma che c’entrano la Merkel e i suoi reggicoda (compreso il malfermo Monti) con tutto questo? Assolutamente niente. Per colmo di paradosso coloro che invocano l’Europa a ogni pié sospinto per giustificare tagli e sacrifici sempre per gli stessi sono coloro che ne stanno determinando l’affossamento. I governi assoggettati alle banche e al potere finanziario stanno seppellendo l’Europa e i suoi cittadini. Fermiamoli finché siamo in tempo!