120217pirateriaLo stabilisce la Corte di giustizia europea, in una causa che vede contrapposta la società degli autori belga contro Netlog. Non spetta alle reti sociali controllare i diritti di cosa viene condiviso
16 febbraio 2012 di

Nuova sconfitta per la collecting society Sabam, la Siae del Belgio. La società degli autori di Bruxelles aveva intentato una causa contro il social network Netlog, chiedendo che filtrasse le condivisioni dei suoi utenti, affinché non venissero più diffuse opere coperte dal diritto d’autore facenti parte del loro portfolio. La Corte di giustizia europea ha però stabilito che non spetta alle reti sociali occuparsi del controllo dei contenuti che vengono postati.

Questo violerebbe la Direttiva europea sul Commercio Elettronico ( 2000/31/CE) in almeno due punti: nel mettere in pericolo la libertà d’espressione e nell’intralciare le normali attività di Netlog. La Corte è stata chiamata in giudizio dal tribunale belga di primo grado presso cui, dal 2009, si stava svolgendo il processo affinchè si esprimesse sulla legittimità di un aspetto: può un tribunale nazionale imporre un’ingiunzione a un host per controllarne i contenuti e bloccarne la diffusione?

Come si legge nelle motivazioni della sentenza “l’ingiunzione rischierebbe di ledere la libertà di informazione, poiché tale sistema potrebbe non essere in grado di distinguere adeguatamente tra un contenuto illecito e un contenuto lecito, sicché il suo impiego potrebbe produrre il risultato di bloccare comunicazioni aventi un contenuto lecito”. Inoltre, l’eventuale installazione di un sistema di flitraggio in grado di controllare le attività di tutti gli utenti di Netlog impedirebbe all’azienda di attuare il suo business, mettendone a repentaglio la libertà di impresa in quanto un tale filtro sarebbe “complesso, costoso, permanente e completamente a sue spese”. E non spetterebbe all’azienda occuparsene.
La Sabam aveva già intentato una causa simile lo scorso novembre portando in giudizio l’Internet provider Scarlet chiedendo che fossero i fornitori del aservizio a controllare la diffusione dei materiali in Rete. Anche in quella occasione la massima autorità di giustizia europea diede una motivazione simile, bocciando le richieste della collecting society. La European Digital Rights ha commentato con favore la nuova decisione della Corte: “I giudici eruopei hanno re-enfatizzato l’importanza di non sovraccaricare gli strumenti di comunicazione con tecnologie restrittive. Questo aspetto è fondamentale per tutelare i diritti e il valore di Internet, insieme alla sua significanza economica”.

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