pirateriaonlinedi Alessandro Longo

Rischia di essere persino più severa del previsto la delibera Agcom sulla pirateria online. Si è rafforzato infatti lo schieramento di coloro che vogliono la mano pesante e Corrado Calabrò, presidente dell' Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) è pronto ad ascoltarli. Le modifiche allo studio, da applicare sull'attuale bozza, sono infatti di ridurre la durata del procedimento contro i siti, di differenziarlo meglio contro quelli esteri e contro quelli recidivi.

Il fronte dell'anti pirateria si rafforza

Già coloro che sostengono la pericolosità della delibera hanno dovuto incassare una brutta notizia la scorsa settimana. E cioè che la delibera si farà, probabilmente entro il mese o agli inizi di aprile, sulla scorta di quanto Calabrò relazionerà in audizione al Senato il 21 marzo. Mica era scontato, tutt'altro: sembrava anzi che, a causa di polemiche bipartisan, la delibera fosse insabbiata definitivamente e cioè che Agcom la procrastinasse sine die, fino alla scadenza - ormai imminente - del suo mandato (l'ultimo giorno di lavoro per l'attuale consiglio dell'Autorità è il 16 maggio). Tanto che Confindustria Cultura aveva lanciato l'allarme poche settimane fa, spingendo Agcom a non lasciare cadere la cosa. Ancora oggi si è saputo di un parere pensate fornito da Valerio Onida ad Agcom: l'ex presidente della Corte Costituzionale ritiene che l'Autorità può arrogarsi il potere di oscurare siti web. La strada è segnata: Calabrò ha quasi tutto il consiglio dalla sua parte nelle intenzioni di fare una delibera severa almeno quanto annunciato se non di più; solo il consigliere Nicola D'Angelo si oppone, parlando di gravi rischi per la libertà della Rete. Ecco perché si ritiene che Calabrò andrà dritto per la propria strada subito dopo l'audizione.

Le possibili modifiche

In che modo? Calabrò sta studiando alcune modifiche possibili, contenute in una relazione consegnata ai consiglieri dagli uffici dell'Autorità la scorsa settimana. Vanno quasi tutte nella direzione di rendere più severo l'attacco ai siti sospettati di pirateria, anche se i dettagli non sono stati ancora decisi. Ridurre i tempi del procedimento (il mini processo con cui Agcom stabilirà se il sito è pirata, in base a una segnalazione degli aventi diritto), rispetto ai 30 giorni previsi in bozza, rischia di renderlo (ancora più) affrettato. E quindi sommario, incline a cadere in falsi positivi. Come intende Calabro, inoltre, rendere più efficace l'azione contro i siti esteri e contro quelli recidivi, come segnalato in quella relazione? L'ipotesi è che voglia reinserire la possibilità di oscurare i siti esteri. Si può giungere a questa conclusione sommando alcuni indizi. Primo, il parere di Onida, che dice appunto questo. Secondo, Calabrò ha definito " un po' troppo morbido" l'attuale testo e ha detto che forse era meglio la precedente bozza, dove infatti l'Autorità si arrogava il potere di oscuramento di siti, imponendolo ai provider. In base all'attuale bozza, invece Agcom può solo multare (fino a 250 mila euro) i siti italiani e segnalare quelli esteri ai provider (non sarebbe un ordine di oscuramento, quindi, ma come un consiglio). Agcom può inoltre chiedere agli hosting provider di rimuovere certi contenuti dai siti ospitati sui server.

I rischi

Anche l'attuale testo avrebbe comunque un certo impatto, almeno sulla Rete italiana. Per prima cosa, il rischio è che nel machete dell'Autorità finirebbero tanti siti, anche innocenti, per la fretta di colpire quelli sospettati di pirateria. Agcom infatti ha risorse umane limitate e sarà difficile possa gestire al meglio il fiume di segnalazioni che le arriveranno dagli aventi diritto. È probabile quindi una cosa o un'altra: che le lasci cadere o che le soddisfi in modo affrettato. Se passerà il potere di oscurare il sito, inoltre, ci saranno ben altre implicazioni. Primo, il rischio di falsi positivi si estenderà anche a quelli esteri. Secondo, s'incaricherebbero i provider del ruolo di poliziotti della Rete e li si obbligherebbe ad analizzare il traffico internet (sostiene Aiip, associazione dei principali provider italiani, in una nota pubblicata oggi). Terzo, l'oscuramento dell'ip di un sito pirata, coinvolgerebbe comunque tanti siti innocenti, che non c'entrano nulla con quello da colpire. Per come funzionano i servizi di hosting, infatti, ci sono molteplici siti sotto uno stesso indirizzo ip.

da daily.wired.it

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