di red.
Meno male che i ristoranti erano pieni al punto da dimostrare che una vera crisi non c’era e che comunque gli italiani “non la sentono in modo spasmodico come nelle rappresentazioni dei giornali”. E’ arrivata ieri da Confcommercio l’ennesima smentita alle esternazioni folcloristiche dell’ex premier Silvio Berlusconi, in questo caso alla sua ultima gaffe internazionale, quella del G20 di Cannes di novembre 2011, una settimana prima dellle sue dimissioni.
Ebbene, numeri alla mano oggi scopriamo che proprio in quelle settimane la ristorazione italiana si apprestava a chiudere un bilancio in profondo rosso. Secondo i dati della Confcommercio sulle economie territoriali e il terziario di mercato, infatti, nel 2011 in Italia sono scomparsi quasi 9mila ristoranti.
Per dare un’idea del peso dei numeri in ballo, basta pensare che nel 2010 secondo la Camera di Commercio nella sola città di Milano c’erano 5.989 ristoranti. Quindi è come se in un anno fossero scomparsi tutti quelli del capoluogo lombardo più altri 3mila.
In generale, lo scorso anno è stato negativo per tutto il settore che raggruppa le attività del turismo, del tempo libero e delle comunicazioni. Nel complesso il comparto ha fatto registrare, tra iscrizioni d’imprese e cancellazioni, un saldo negativo per oltre 13 mila aziende, praticamente sparite.”Il numero delle cessazioni e’ stato elevato in tutte le componenti del settore, ma è nei servizi di ristorazione – si legge nello studio – che ha raggiunto valori preoccupanti, rappresentando oltre il 67% del totale delle cancellazioni dell’aggregato”, ovvero 8.857 su 13.199. Estendendo lo sguardo, l’associazione rileva per il commercio la perdita di più di 30mila esercizi, per il trasporto e la logistica di quasi 7.900 imprese e per gli altri servizi (dagli studi professionali alle agenzie immobiliari) il saldo negativo risulta essere di 9.400.
da Il Fatto Quotidiano.it