di Gerbré Sdregas

Platino: industrialmente è un sottoprodotto della lavorazione dei minerali del nichel. Detto così sembrerebbe assurdo pensare che si possa morire per un sottoprodotto, ma ancora più assurdo che si possa uccidere!

Eppure, in una miniera del Sudafrica, più di 30 minatori sono morti non per la TBC, non per l’insicurezza sul lavoro, ma per delle pallottole di un metallo meno nobile del platino, ma altrettanto letale. Sembrava un déjà vu. "20 Minatori ammazzati dalla polizia!". Un tuffo al cuore. Mio padre ha lavorato in una miniera d’oro sotto terra per trent’anni! Ancora: “Forse 36 Minatori ammazzati dalla polizia a Marikana”.

La seconda miniera di Platino per grandezza di tutto il Sudafrica e la terza del mondo.

Equidistante da Johannesburg a Ovest rispetto a Springs dove sono nata e lavorava mio padre, a Est.

Gli Afrikaner, protestanti, cominciarono più di 4 secoli fa a scavare prima i diamanti poi, scacciati dagli inglesi, l’oro e il platino. Conquistarono i loro spazi a suon di Bibbia ma dovettero difenderli con le armi dall’impero inglese senza peraltro avere un grande successo: finirono per lavorarci al soldo delle compagnie inglesi.

Ma questa è una storia che affronteremo un’altra volta.

Perché ora, dopo tanti anni di quiete relativa? E’ vero, i salari sono bassi (4000 Rand sono 400,00 Euro ma valgono quasi il doppio) per un lavoro massacrante a temperature torride con un misto di etnie, di lingue tali, da rendersi necessaria la creazione di un’ennesima lingua, un misto di Afrikaans, Zulu, qualche parola di Inglese e tanta gestualità, il Fanagalò, per comunicare tra di loro.

La Lonmin PLC, proprietaria della licenza di estrazione della miniera e quotata in borsa, dice che è una guerra tra i due sindacati che vogliono accaparrarsi l’iscrizione di più lavoratori possibile aizzando i più scalmanati contro la Società.

La stessa si giustifica dicendo che non è stata lei a portare la violenza nel Ghetto.

Emerge dai loro comunicati che dal 12 Agosto la Lonmin si dissociava e dalle proteste, e dalle violenze che si stavano perpetrando in seno ai sindacati stessi.

I due sindacati, il National Union of Mineworkers (NUM), vicino al partito di Mandela, e l’Association of Mineworkers and Constraction Union (AMCU) sostengono che lo sciopero è per un aumento salariale cospicuo, salvo poi il NUM accusare l’AMCU di fare richieste fuori da ogni logica e, di rimando il secondo accusa il primo di essere troppo debole.

Nel mezzo sappiamo che si prevedono licenziamenti per 3.000 lavoratori perché la Lonmin stava perdendo leggermente in borsa.

Che il prezzo del platino sta invece salendo.

Che si sta aprendo la campagna elettorale per le prossime elezioni politiche nella Repubblica del Sudafrica.

Che una cinquantina di operai di colore armati di spranghe e bastoni si sono scagliati contro una dozzina di poliziotti di colore armati di fucili che avevano l’ordine di stendere del filo spinato e che hanno sparato ad altezza d’uomo uccidendo molti dei loro fratelli e ferendone molti altri.

Resta una tristezza infinita e il sospetto che lotte di potere di pochi colletti bianchi abbiano sfruttato l’eterno disagio, la sofferenza e la rabbia di migliaia di deboli per muovere le proprie pedine su una scacchiera insanguinata, una partita con in palio non solo un profitto maggiore ma un maggiore potere.

Senza dimenticare che ogni giorno, in tutto il pianeta, ci sono milioni di formichine che scavano in condizioni disumane per dare ad altri un’illusione di benessere. Ne riparleremo nei prossimi giorni.

 

Gerbré Sdregas

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