di red.
Per tutta la nostra carriera di cineasti abbiamo sostenuto la tesi che i mezzi di informazione americani spesso non raccontano ai cittadini le azioni più turpi commesse dal nostro governo. Ecco perché siamo profondamente grati a WikiLeaks per quello che ha fatto e applaudiamo la decisione dell'Ecuador di concedere asilo politico al suo fondatore, Julian Assange, rifugiato in questo momento nella sede diplomatica del Paese sudamericano a Londra". Lo scrivono i due registi statunitensi Oliver Stone e Michael Moore, in un intervento congiunto pubblicato oggi su 'la Repubblica'.
I due premi Oscar sottolineano poi quanto rivelato in questi anni da WikiLeaks su azioni del governo Usa e definiscono "implacabile" la reazione contro Assange di "chi preferirebbe che gli americani rimangano all'oscuro di tutte queste cose", sostenendo che "prese nel loro insieme le azioni delle autorità britanniche e svedesi indicano chiaramente che il loro vero obiettivo è mandare Assange in Svezia, perché da lì, probabilmente, per via dei trattati e di altre considerazioni, sarebbe più facile estradarlo negli Stati Uniti per farlo processare. Assange ha tutte le ragioni per temere un esito di questo tipo".
"Se Assange venisse estradato negli Stati Uniti, le conseguenze si farebbero sentire per anni in tutto il mondo. Assange non è cittadino americano e nessuna delle sue azioni è avvenuta sul territorio americano. Se gli Stati Uniti possono perseguire penalmente un giornalista in circostanze simili, allora, seguendo la stessa logica, il governo russo o quello cinese potrebbero chiedere l'estradizione di giornalisti stranieri da ogni parte del mondo, colpevoli di aver violato le loro leggi. Un precedente del genere dovrebbe preoccupare tutti, ammiratori di WikiLeaks o meno", ammoniscono Stone e Moore.
da AdnKronos