121107greciadi Argiris Panagopoulos
I nuovi 13,5 miliardi di tagli portano a 76 miliardi (il 40% del Pil) il totale delle finanziarie imposte dalla Troika
Ieri la democrazia greca è stata duramente messa alla prova dall'epoca della caduta dei colonnelli. I reparti speciali della polizia in assetto di guerra sono entrati nel parlamento, arrivando fino all'ingresso dell'aula parlamentare per reprimere lo sciopero proclamato dai dipendenti del parlamento contro la seduta in corso che eliminava i loro diritti. Sotto lpaura dell'interruzione della seduta il governo ha ritirato il disegno di legge per far rientrare gli impiegati nelle loro funzioni e far uscire i celerini dal parlamento.

Il secondo giorno di sciopero di 48 ore, proclamato da Gsee e Adedy ha avuto un enorme successo; funzionavano i trasporti, ma è servito per riempire piazza Syntagma e dintorni di almeno duecentomila manifestanti, molti dei quali decisi a passare la nottata aspettando l'esito della votazione.

Il corteo del sindacato PAME, quasi il doppio dallo sciopero di martedì, era rimasto per poco tempo in una parte di piazza Syntagma, lasciando come al solito tutta la piazza ai manifestanti convocati dai sindacati della Gsee e Adedy e dal resto delle sinistre. Perfino la polizia ha ammesso che i manifestanti superavano le «centomila». Dopo due ore anche PAME è tornato a piazza Syntagma!

Per votare i tagli dei 13,5 miliardi per il 2013-2015 il parlamento si era trasformato in un'assemblea plebiscitaria, dove il suo presidente cercava di far passare le svendite del patrimonio pubblico a vista, senza contare i voti dei deputati. Fuori dall'aula la piazza Syntagma era diventato un altoforno in ebollizione, dove centinaia di migliaia di persone aspettavano nervose l'imminente attacco delle forze dell'ordine, mentre decine di miglia di amanifestanti giravano nei dintorni pieni di poliziotti in borghese.
Per il secondo giorno consecutivo la polizia aveva mobilitato ingenti forze, tra celerini, polizia motorizzata e in borghese, articolati, decine di pullman blindati per fermare il traffico in interi quartieri presso il parlamento con molti fermi preventivi. Il ministro della Protezione del Cittadino Dendias sembrava aver vinto la battaglia delle apparenze, dichiarando che «non era successo nessun incidente». Mobilitando però di continuo reparti di celerini. Non a caso la manifestazione di ieri appariva piena di giovani, perché tanti anziani o persone di mezza età non sono scesi per strada nel timore della loro incolumità, dopo i due morti del PAME per i gas chimici. La pioggia, iniziata verso le diciotto ora italiana, ha fatto sparire il nervosismo tra i manifestanti e ha fatto abbassare le sempre pronte mascherine antigas.
Un'illusione per una manifestazione pacifica, perché dopo pochi minuti è cominciata la vera pioggia di gas e per la prima volta sono stati utilizzati gli idranti con acqua e sostanze chimiche per disperdere i manifestanti di fronte all'albergo «Gran Bretagna». Dalla parte opposta la piazza bruciava, di molotov e gas irrespirabili.
La tragedia greca stavolta si consumava nel parlamento, dove il grande gruppo parlamentare di Syriza ha cambiato i vecchi scenari, quando Nuova Democrazia e Pasok avevano il monopolio della visibilità istituzionale. Non ha caso il governo tripartito di Samaras ha perso la votazione sulla incostituzionalità dei tagli, quando dentro la sala erano rimaste quasi compatte tutte le opposizioni. Invece di contare i voti dei deputati, il presidente della Camera, il conservatore Meimarakis, ha violato il regolamento interno ritardando di 70 minuti, invece dei dieci previsti,, la votazione nominale richiesta dai tre partiti di governo. Regalandocosì prezioso tempo alle forze del governo per vincere con 170 voti contro e solo 46 a favore la proposta di Syriza e dei conservatori dei Greci Indipendenti per l'incostituzionalità delle quasi 800 pagine di leggi e leggine con le quali Samaras fa piazza pulita dei diritti dei lavoratori e taglia per il terzo anno consecutivo, in primis stipendi e pensioni. Syriza aveva abbandonato momentaneamente la sala per protestare contro la violazione del regolamento, mentre Greci Indipendenti, Kke e Alba Dorata hanno votato a favore dell'incostituzionalità.
Samaras ripeteva che la votazione dei tagli, in nottata, sarà il passaporto della maxi tranche dei 31,5 miliardi che riceverà il paese. Dal governo stesso si alimentano voci per un imminente rimpasto. Da parte loro Syriza, Kke e la piccola Ntarsya puntano sulla caduta del governo con la disobbedienza civile nelle prossime settimane di mobilitazioni continue.

Il Manifesto - 08.11.12

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