di Andrea Leoni
Il 12 maggio le maggiori piazze di Spagna risponderanno alla chiamata di mobilitazione internazionale per protestare contro banche e il taglio alle politiche sanitarie, per il diritto alla casa e per un reddito globale garantito. Fondamentalmente la manifestazione del 12 sarà una sorta di prova generale per il martedì seguente: il 15. L’anno scorso proprio il 15 maggio migliaia di persone si accamparono dando il via ai primi fuochi di protesta che poi dilagarono in tutto il mondo: il fenomeno indignados.
Quest’anno però sembra che la concentrazione dei giovani a Madrid nella oramai celebre Puerta del Sol debba scontrarsi con la “deriva securitaria” a cui il governo Rajoy sta mirando. Infatti, come rende noto anche El Pais, la delegazione del governo di Madrid, in attesa della comunicazione ufficiale da parte del movimento 15M, ha “concesso” la piazza alla domanda di un “gruppo di amici” che avrebbe richiesto l’autorizzazione per una riunione pacifica dalla mezzanotte “del 12 maggio alle 23.59 del 15 maggio” obbligandoli però a rispettare determinati orari: “non potranno esservi 96 ore di manifestazione consecutive”. Il dipartimento ha concesso soltanto 35 ore totali di mobilitazione da suddividere in quattro giorni: cinque ore il prossimo sabato e dieci per i giorni dal “13 al 15 maggio”.
Il dipartimento attraverso le parole di Cristina Cifuentes ha giustificato le decisione di limitazione dell’orario per l’occupazione di suolo da parte dei manifestanti di Puerta del Sol in quanto il posto sarebbe ”un punto di riferimento della città che ospita un’intensa attività commerciale e di intrattenimento e che attira gente e turisti”. “La presenza di gruppi di persone sconosciute nel luogo per un periodo di tempo così lungo implicherebbe una riduzione dei diritti degli altri cittadini e un danno evidente per le attività commerciali e ricreative che si svolgono in quella piazza” come riporta El Pais. I manifestanti, quindi, potranno radunarsi dal 13 al 15 dalle 12:00 alle 22:00 peraltro a condizione che si concentrino nella zona pedonale e senza ostacolare l’accesso a metropolitane e alla stazione.
Nel frattempo, gli indignati (come rileva sempre il quotidiano spagnoloEl Paisavrebbero aiutato tramite assemblee e azioni di solidarietà attiva la popolazione che più aveva subito la morsa della crisi evitando gli sfratti dei meno abbienti dalle proprie abitazioni (circa una settantina solo a Madrid). Quest’ultima battaglia sarà una delle principali rivendicazioni che gli indignados porteranno in piazza, cercando peraltro di proporre una soluzione e una denuncia del sistema che ha portato alla cosiddetta “bolla immobiliare”: migliaia di appartamenti costruiti e mai occupati.
da eilmensile.it Mercoledì 09/05/2012