Rosa Rinaldi*
Franco Cilenti**

La recente esternazione del Dott. Abrignani, immunologo e membro del CTS del governo Draghi, riportata su la Repubblica online è di grande importanza. Abrignani, infatti, non solo afferma la possibilità di usare test salivari nelle scuole (fino a 10 milioni a settimana), all’ingresso di teatri, cinema e ristoranti (somministrati evidentemente da personale non sanitario), ma ne attesta anche l’economicità e l’alta efficacia (95 per cento). Non resta che salutare con soddisfazione questa buona notizia. Anche se non è possibile resistere alla tentazione di chiedersi perché sia uscita fuori così tardivamente, dopo mesi di utilizzo di tamponi rapidi (antigenici) e meno rapidi (molecolari) che hanno comportato un esborso di danaro pubblico e privato di incalcolabile entità, senza per altro risolvere il problema decisivo della diagnosi precoce e del tracciamento delle infezioni da Covid 19. Questa domanda è stata girata da Rifondazione Comunista direttamente al Ministro Speranza e siamo in attesa di risposta.

Il Mensile Lavoro e Salute nel numero di gennaio 2021 (www.lavoroesalute.org) ha lanciato un progetto innovativo per il trattamento e la prevenzione delle infezioni da Covid, realizzato dal dott. Roberto Gramiccia, (già Responsabile nazionale per la Sanità dl PRC) il cui fulcro era proprio rappresentato dall’intuizione dell’utilità dell’uso sistematico di test salivari (o da praticare su muco), che avessero la possibilità di essere eseguiti, all’occorrenza, da personale non sanitario o anche sotto forma di auto-test.

Richiamiamo i punti salienti di quel progetto che, alla luce dei riconoscimento dell’utilità riconosciuta, della praticità e della economicità dei test salivari, da parte di un membro autorevole dell’attuale CTS, assume oggi una significatività e un livello di potenziale conversione operativa assai rilevanti. Quando il progetto fu reso noto, infatti, ancora non si avevano notizie certe sulla reale disponibilità dei test salivari, facendosi riferimento a esperienze preliminari maturate in Veneto, presso lo Spallanzani di Roma e a notizie tratte dalla letteratura internazionale relative alla commercializzazione negli Stati Uniti di autotest-diagnostici ritenuti validi dalle Autorità competenti di quel Paese.

1- Il progetto sottolinea l’importanza di una diagnosi precoce da ottenersi attraverso la raccolta di saliva (o muco) con dispositivi di facile utilizzo a domicilio o in comunità. Test eseguibili dai diretti interessati o da personale non sanitario.

2- L’eventuale positività andrebbe ovviamente confermata da tampone molecolare. Quest’ultimo dovrebbe essere eseguito di massima dopo l’esecuzione di test o auto-test salivare nei casi risultati positivi, per lo meno per quanto riguarda la diagnostica di massa, la qual cosa consentirebbe di limitare il numero di tamponi molecolari e di ottenere un ingentissimo risparmio di fondi. Questi ultimi dovrebbero essere reinvestiti nel potenziamento e nell’implementazione delle USCA, al momento numericamente del tutto al di sotto delle necessità imposte dalla pandemia.

3- Le USCA, in concorso e collaborazione con i medici curanti, dovrebbero eseguire a domicilio i test salivari, a cui far seguire eventualmente il tampone molecolare. In caso di positività dovrebbero farsi carico di seguire i pazienti a domicilio, prendendoli in carico per tutte le necessità diagnostiche e terapeutiche. Così facendo si renderebbe possibile una diagnosi e una terapia precoce sempre più ritenuta strategica per depotenziare la patogenicità del virus (vedi indicazioni del Prof. Remuzi, dell’Istituto Mario Negri), decongestionare gli ospedali e salvare vite. Appare più che mai evidente, infatti, quanto la tardività e l’insufficienza di un intervento territoriale adeguato influisca sul pessimo e resistente andamento della letalità da Covid nel nostro paese.

4- Il potenziamento delle Usca, così ottenuto, resterebbe un presidio preziosissimo e rappresenterebbe uno scudo permanente nei confronti di un’infezione con la quale saremo costretti comunque a convivere per anni. E rappresenterebbe un antefatto di quella rinascita della Sanità territoriale, sulla importanza della quale ormai esiste una diffusa consapevolezza dopo la tragica esperienza della pandemia.

5- La vendita a prezzo politico di test salivari da utilizzare come auto-test permetterebbe di ottenere una prima grande diga diagnostica in grado, di allertare le Usca. Queste ultime potrebbero comunque essere attivate dal medico curante, in caso di sintomatologia sospetta anche senza aver eseguito il test salivare, che sarà eseguito dalle USCA stesse. Queste ultime dovrebbero essere dotate di Ecografi portatili e dovrebbero addestrare i pazienti all’uso del saturimetro.

6- Il reperimento dei medici delle USCA potrebbe essere facilmente ottenuto ricorrendo a specializzandi, medici curanti disponibili, medici a partita IVA da sottoporre a un breve corso di addestramento.

7- È intuitiva la nozione che, in presenza di un sistema di diagnosi e cura di tale fatta, affiancato da un’accelerazione massima delle vaccinazioni, la possibilità di arginare il Covid e di predisporci alla possibilità di contenere e combattere questa come nuove pandemie sarebbe considerevolmente aumentata.

*Segreteria nazionale, responsabile sanirà
**Direttore Lavoro e Salute

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