allo scopo di dare più forza e visibilità al percorso verso la grande mobilitazione internazionale del 15 Ottobre che in queste ore ci vede positivamente impegnati, spesso nelle nostre sedi, a promuovere comitati unitari e a organizzare i pullman per la partecipazione alla manifestazione, si è deciso, anche per caratterizzare la Federazione della Sinistra, di lanciare con grande e doverosa tempestività una nostra iniziativa nazionale intitolata “Cara BCE c’è posta per te”.
Di seguito pubblichiamo il testo della lettera.
All’attenzione del dottor Mario Draghi e del dottor Jean Claude Trichet
Chi vi scrive lo fa a nome della Federazione della Sinistra ma è certo di raccogliere il sentire e il ragionare di gran parte dell’opinione pubblica italiana. Abbiamo letto con molta attenzione anche se con increscioso ritardo la lettera che avete inviato all’attuale presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. È una lettera rivolta di fatto al Paese intero che, con la presente, rispediamo al mittente in quanto irricevibile sia per ragioni di metodo che di merito.
Di metodo, perché lungi dal limitarvi, eventualmente, ad una generica sollecitazione al risanamento del bilancio dello Stato italiano, le disposizioni che voi indicate al nostro Paese – e ci sorprende data la vostra competenza – afferiscono a questioni e problematiche di pertinenza della sovranità popolare. Si tratta di scelte rilevanti che competono innanzitutto al Parlamento, in quanto ne è depositario, ma soprattutto agli uomini e alle donne che in Italia vivono e lavorano. Tentare di imporre, con una sorta di commissariamento dei poteri democratici, tagli alle spese sociali e ai salari, riforme che cancellano i diritti di chi lavora, ridefinizione degli assetti amministrativi, dell’erogazione dei trattamenti pensionistici, della pubblica amministrazione, predeterminare addirittura quali dovranno essere per l’oggi e per il futuro le modalità con cui si organizza lo Stato; spingere per la privatizzazione “su larga scala” di tutti i servizi pubblici ignorando peraltro un recentissimo pronunciamento referendario di segno contrario... Tutto ciò costituisce un grave atto eversivo, quello che senza enfasi dovremmo chiamare un attentato alla sovranità nazionale.
Ma respingiamo la vostra lettera soprattutto per ragioni di merito, perché le ricette che intendete imporci, oltre ad essere palesemente ingiuste ed incivili produrrebbero, come già sperimentato per la Grecia, effetti opposti a quelli enunciati; non un risanamento del bilancio e non certo una fuoriuscita dalla crisi verso una radiosa era dello sviluppo infinito, ma l’apertura di una fase altamente recessiva che porterebbe l’intero continente, e non solo, alla catastrofe economica, politica e sociale. Le misure che vorreste imporre costituiscono il cappio per eseguire la condannare a morte di un corpo sociale già devastato da anni di politiche liberiste.
Tentate di imporci queste soluzioni invece di assumere ogni doverosa iniziativa volta ad arginare le speculazioni in atto, come l’acquisto diretto dei titoli di Stato. Invece di creare, ad esempio, un fondo europeo per finanziare investimenti volti a risanare e riconvertire ecologicamente l’economia reale, per contribuire a creare posti di lavoro stabili e in condizioni dignitose. Occorrerebbe questo in un Paese in cui il 30% dell’economia è basata sul lavoro nero e in cui pochi giorni fa 4 donne sono morte lavorando come bestie in uno scantinato di Barletta in nome della concorrenza nel mercato globale senza regole esaltata dalle vostre dottrine economiche.
Un governo, qualsiasi governo, che si ponga nell’ottica di obbedire ai vostri diktat non solo provocherebbe una vera e propria macelleria sociale ed un ulteriore impoverimento di massa, di cui sarete ovviamente corresponsabili davanti alla Storia, ma produrrebbe una vera e propria devastazione delle relazioni sociali, generazionali, umane costruite in secoli di storia del nostro continente che ne rappresentano il patrimonio di civiltà.
Siamo convinti che sarà la Storia a sconfiggere voi e le vostre asserzioni. Sappiamo che l’Europa che deve ancora nascere è un continente fondato sui diritti, sulla dignità, sulla democrazia reale e partecipata; non certo, come oggi, sul potere del più forte. Sappiamo di avere ragione ed è per questo, per amore verso gli uomini e le donne come noi, perché continuiamo a credere in un futuro diverso, oggi più di ieri possibile e necessario, che saremo il 15 Ottobre nelle piazze di tutta Europa e del mondo. Saremo in tanti a manifestare la nostra indignazione e la nostra rabbia riguardo le vostre sciagurate imposizioni e pretese.
E’ per questo che oggi respingiamo la vostra lettera con le condizioni che intendete imporci e che non rispetteremo.
Per la Federazione della Sinistra
Il Portavoce
Massimo Rossi