di Paolo Ferrero
Mentre in Francia, dopo le elezioni, si discute di come modificare il Fiscal Compact, Monti oggi sostiene che la revisione del “Fiscal Compact non è all’ordine del giorno”. A tutti gli effetti Monti si conferma come il miglior cameriere della Merkel sulla folle linea della distruzione dei diritti e dell’aumento della disoccupazione. Il 12 maggio la Federazione della Sinistra sarà in piazza contro l’approvazione del Fiscal Compact da parte del parlamento italiano. Il Fiscal Compact, se
di Josette Rome Chastanet
Dapprima lo choc : il Front National (FN, l’estrema destra) al 18% , la percentuale più alta mai ottenuta da questo partito. Poi la delusione : il Front de Gauche (FG) all’11%. Nonostante una campagna elettorale dinamica, nuova, piena di entusiasmo che ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di donne e di uomini, di giovani in stretto rapporto con il mondo del lavoro. Nonostante tutto però è una buona percentuale se si tien conto che è una fomazione politica
di Antonio Mazzeo
Dopo tredici anni di amministrazione militare del Kosovo e la spesa di ingenti risorse finanziarie, la NATO riconosce di non essere più in grado, con le forze attuali, di evitare la degenerazione del conflitto tra la maggioranza albanese e la minoranza serba. Così, alla vigilia delle prossime elezioni politiche in Serbia, il comando generale dell’Alleanza atlantica annuncia che dal primo maggio verrà rafforzato il dispositivo di uomini e mezzi che presidiano strade e villaggi del Kosovo (KFOR – Kosovo FORce).
*Segnaliamo il commento del professor Antonio Moscato, docente di Storia Contemporanea, Storia del Movimento operaio e Storia dei Paesi Afroasiatici.
di Anna Maria Merlo
Parla Dominique Vidal, storico ed esperto di destre europee.
Il 18% di Marine Le Pen continua a far discutere. E' stato un voto dovuto alla crisi, un grido di dolore oppure c'è un'adesione alle tesi estremiste, al nazionalismo e alla xenofobia? Ne discutiamo con Dominique Vidal, giornalista e storico, collaboratore de Le Monde Diplomatique, che di recente, assieme a Bernard Badie, ha curato l'edizione del 2012 de L'Etat du Monde (ed. La Découverte), dove ha pubblicato un articolo sulle «Destre estreme in Europa, strategie e identità.
Il 35% del voto delle classi popolari è andato a Marine Le Pen. Come si spiega?
C'è una serie di elementi. In primo luogo, la gravità della crisi. Una parte della popolazione si sente abbandonata, si tratta in particolare della Francia rurale, quella delle villette delle periferie lontane, dei paesini dove non c'è la Posta, il Comune apre poche ore, non c'è più il caffè, dove c'è una disoccupazione massiccia, ci sono pochi soldi, le famiglie il 20 del mese hanno il portafoglio vuoto.
di Pierre Laurent, segretario PCF
Per tutte quelle e tutti quelli che amano il nostro Paese, che in questi cinque anni hanno duramente sofferto per la politica di Nicolas Sarkozy - nel vedere come questa ha indebolito, impoverito, rovinato la Francia - i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali (così come si presentano sino a questo momento) suonano come un appello a mettere tutto l'impegno possibile per battere il presidente uscente.