di Luca Telese
Nel giorno in cui gli statali invadono Roma, il più antistatale dei premier che abbiano abitato Palazzo Chigi (in questa vocazione batte anche Silvio Berlusconi) spiega che al monotono posto fisso da premier lui in fondo ci si sta abituando: «Non mi presenterò alle elezioni - spiega infatti Mario Monti - non ce n’è bisogno perché sono senatore a vita». Poi il presidente ha fatto cadere con sapienza le parole che segneranno la campagna elettorale, i posizionamenti di facciata e quelli veri, il sentiero tortuoso della campagna elettorale: «Non mi presenterò - aggiunge - ma sarò là e, se si creeranno le circostanze per cui potrò dare un aiuto dopo le elezioni, non precludo nulla».
Mica male per il professore compassato che nella sala multimediale della presidenza del Consiglio, nel dicembre scorso, irrideva la politica, ripeteva a nastro di non essere interessato a tornare presidente del Consiglio, spiegava che non avrebbe mai preso parte a una campagna elettorale.