La Sicilia vive uno dei momenti più drammatici della sua storia. Il cuffarismo e il lombardismo ne hanno decretato la bancarotta economica, il degrado morale e civile, la frantumazione sociale, il crollo degli assetti produttivi.
E’ necessario dare da subito una risposta credibile alle domande di cambiamento al lavoro che vengono avanti dai territori a difesa dei beni comuni, del diritto al lavoro, e contro il riproporsi dei meccanismi di accumulazione mafiosa. Occorre non solo evitare che la disperazione sociale imbocchi le strade del clientelismo, del qualunquismo, del ribellismo, dell’antipolitica. Serve che essa si trasformi in una grande risposta di massa per battere l’egemonia di Confindustria Sicilia e la subalternità neocorporativa dei gruppi dirigenti sindacali.