di Nicolas Slachevsky Aguilera
Contro tutti i pronostici di sociologi e scienziati politici, il movimento studentesco cileno dopo un inizio dell’anno piuttosto freddo e oscurato dalle negoziazioni infruttuose dei rappresentanti delle federazioni con il potere politico, torna a rivoltarsi contro la condizione meramente studentesca, dichiarandosi in sciopero, occupando gli istituti e le strade. Primi sono stati i licei pubblici, teminate le vacanze invernali, a scuotere la quiete degli universitari, obbligando ad ammettere la sterilitá delle negoziazioni con il Congresso e mettendo in evidenza l’insufficienza della rappresentanza dentro i movimenti, la cui potenza si dà necessariamente nell’espressione della moltitudine in quanto moltitudine.