di Francesca Schianchi
«Esprimo una parola di gratitudine e di sbigottimento nei confronti di Berlusconi. Talora faccio fatica a seguire la linearità del suo pensiero». Sono le undici e tre quarti del mattino. In piedi davanti alle bandiere italiana ed europea, completo grigio e cravatta azzurra, nella piccola e affollatissima sala polifunzionale di Palazzo Chigi, con il consueto, algido aplomb britannico che lo porta a fare considerazioni velenose rimanendo impassibile (e sul Cavaliere non ne lesina), il presidente del Consiglio ormai dimesso Mario Monti affronta la sua seconda conferenza stampa di fine anno. Attesissima: un anno fa, era quella di un premier tecnico nuovo alla scena politica, chiamato a togliere dai guai un Paese tanto in difficoltà