di Giovanna Loccatelli
Il discorso è in programma per le 19. All ’Ewart Memorial Hall, aula magna dell ’Università Americana del Cairo a Tahrir Square. L’entrata principale è in via Mohamed Mahmoud, conosciuta come la “strada dei graffiti”. La fila è impressionante: un lungo serpente umano che, alla prima occhiata, non sembra avere fine. Davanti il portone di legno: strepiti, urla, persone schiacciate contro il muro, ragazze che a mala pena riescono a respirare e chiedono - disperatamente - di uscire dalla calca. Una tensione tangibile. La sicurezza fa entrare studenti, giornalisti, cittadini, persone curiose, attivisti, rivoluzionari, intellettuali.