di Maurizio Matteuzzi
Hugo Chávez si ama o si odia, senza vie di mezzo. E sia l'amore sia l'odio obnubilano, rendendo difficile farsi strada al lume della ragione. È sempre stato così, fin dal 1998, l'anno in cui irruppe come «un magnifico uragano» sulla scena politica venezuelana. «Tutti i rivoluzionari di qua, tutti gli escuálidos di là», gridava allora alle masse infervorate dei suoi sostenitori. E, nel fondo, né gli anni turbolenti di potere, né il golpe subito e scampato nel 2002, né la recente malattia lo hanno cambiato. In questi 14 anni è andato al voto 14 volte e ha sempre vinto - in elezioni considerate pulite -, eccetto una volta, nel referendum costituzionale del 2007, quando perse per un niente e accettò la sconfitta - al contrario di quanto i suoi detrattori credevano e probabilmente speravano.