di Antonio Rispoli
Da quando nel 2009 un colpo di Stato depose il Presidente Manuel Zelaya Rosales, regolarmente eletto, ma inviso dagli Stati Uniti, per i cittadini dell'Honduras la vita è peggiorata giorno dopo giorno: salari sempre più ridotti, sempre meno libertà, ed un Presidente, Porfirio Pepe Lobo, legato a doppio filo con gli Stati Uniti.
Il quale, seguendo le indicazioni di un economista americano, Paul Romer, ha deciso di vendere pezzi del proprio Paese. Infatti ha siglato un accordo con la società immobiliare statunitense Mgk per vendere loro un pezzo di terreno, sulla zona costiera, affinchè la Mgk possa costruire una intera città.
Non solo case, ma anche scuole, ospedali, negozi... tutto il necessario.
Le città avranno una quasi completa extraterritorialità: saranno governate da 8 persone qualificate come "rispettabili figure internazionali senza interessi finanziari" che nomineranno un governatore. La città potrà fare le proprie leggi in ambito penale, in ambito finanziario, in ambito di immigrazione. Le sue leggi verranno mandate al Parlamento che si limiterà ad approvarle senza poterle discutere.
Secondo la Mgk questo progetto pilota creerà 5000 posti di lavoro immediati e altri 15 mila posti di lavoro indirettamente. E almeno altrettanto ne dovrebbero creare le altre due città di cui è prevista la costruzioni (con un investimento di 8 miliardi di dollari da parte di una società della Corea del Sud).
In realtà è solo un altro pezzo della svendita del Paese, iniziata nel 2009, con l'assunzione del potere da parte di Roberto Micheletti, dopo l'arresto di Zelaya conseguente al colpo di Stato.
julienews.it