di Articolo Tre
Erano salpati alla fine di giugno, circa due settimane fa, da Tripoli, in Libia. Dopo un solo giorno di navigazione erano giunti in prossimità delle coste italiane quando venti contrari avevano spinto l’imbarcazione, carica di 55 clandestini, nuovamente verso le coste del nord-Africa. Lì l’inizio della tragedia: il gommone, sprovvisto di acqua da bere, ha iniziato a sgonfiarsi e i passeggeri a bordo hanno cominciato a morire lentamente per disidratazione e assideramento fino a raggiungere quota 54 morti.
A trovare l’unico sopravvissuto alcuni pescatori che hanno immediatamente avvertito le autorità tunisine.
Si tratta di un uomo di origine eritrea che ha potuto fornire informazioni sia sul numero di passeggeri che sull’origine di metà di loro, suoi connazionali, tra cui erano presenti anche tre parenti.
Si tratta di “una vera tragedia” ha dichiarato Alexander Aleinikoff, vice Alto Commissario dell’Unhcr, che poi ha continuato “Mi appello ai comandanti delle imbarcazioni nel Mediterraneo, affinchè prestino la massima attenzione a possibili casi di migranti e rifugiati in difficoltà che necessitano di essere soccorsi”
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