di Debora Aru
Alla fine sono scesi. Franco Bardi e Rino Barca, i due sindacalisti dell’Alcoa saliti su un silo a quasi 70 metri d’altezza per protestare contro la chiusura dello stabilimento di Portovesme, sono tornati dai loro colleghi, dopo tre giorni passati all’addiaccio fra maestrale e pioggia. Ora i sindacati chiedono che avvenga una convocazione a Palazzo Chigi per dirimere la vertenza.
Ieri c’è stato un incontro con i vertici dell’azienda per definire la sua posizione in merito allo spegnimento dello stabilimento. L’accusa rivolta dai lavoratori alla multinazionale era quella di non aver rispettato gli accordi presi con il Governo durante l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico.
«Ci hanno presi in giro -era la denuncia dei sindacalisti mentre si trovavano sulla cisterna- ogni giorno che passa c’è qualche cella in meno e questo ci preoccupa. Come se fosse un malato terminale che sai che deve morire, bisogna solo aspettare».
L’esito di questo incontro è stato però un’amara consolazione per gli operai dell’Alcoa: dal 12 di ottobre si spegneranno due celle al giorno e il processo di spegnimento terminerà il 3 novembre non più il 31 ottobre come concordato lunedì con il Ministro dello Sviluppo economico. Quindi i lavoratori hanno, di fatto, guadagnato solo tre giorni in più dato che il piano di chiusura della multinazionale americana resta invariato.
Daniela Piras, sindacalista della UILM, spiega i termini dell’accordo preso ieri: «l’Alcoa ha garantito un numero maggiore di celle in marcia nella seconda metà del mese di ottobre. Verranno spente due celle al giorno». La cella è una grande vasca dove avviene il fenomeno di elettrolisi con cui si produce l’alluminio. L‘impianto dell’Alcoa di Portovesme è composto da 3 blocchi per un totale di 320 celle e finora l’azienda ne ha spente circa ottanta. In questo momento è in corso un’assemblea di fabbrica per fare il punto della situazione e decidere come agire.
«Abbiamo intenzione di non fermarci -ha dichiarato Piras poco prima del suo ingresso all’incontro- organizzeremo numerose iniziative di protesta».
da Pubblico giornale.it