di Roberto Ciccarelli -
Questo non sarà più un paese di proprietari di casa, dove l’80% delle famiglie possiede l a prima casa. Le ultime stime dell’Agenzia del Territorio confermano la tendenza già e mersa nel 2012: nel primo trimestre le compravendite immobiliari erano crollate del 17,8% nell’ultimo s ono crollate a – 30,5%. I l mercato è tornato al 1985 dopo avere bruciato i l 25,8% del suo valore. Rispetto al 2006, l’ultimo picco raggiunto dalla bolla immobiliare in Italia, il crollo delle compravendite si è attestato a 444 mila unità, un netto dimezzamento in soli sei anni se consideriamo che, tra i l 1966 e i l 2006 erano raddoppiate raggiungendo il record europeo di 900 mila, con un incremento annuo del 3,1%.
Nel 2011 il tempo s i era già f ermato ai valori di 2 6 a nni fa. I eri l’Agenzia del Territorio ha r iportato le lancette a 30 anni fa. Con l’attuale livello dei salari, il perdurare della depressione economica, è prevedibile che i l 2014 segnerà un balzo all’indietro agli anni Settanta, quando è nata la maggioranza di coloro c he oggi si vedono negare u n mutuo a c ausa della precarietà lavorativa. Al settimo anno di crisi è ormai c hiaro c he la percentuale f avolosa, e r assicurante, dell’80% di proprietari di case sarà intaccata dalla scomparsa della liquidità, l ‘aumento della tassazione sul mattone, o ltre che dalla mancanza di fiducia delle banche rispetto a c lienti considerati potenziali insolventi. Nei primi mesi della crisi qualcuno si è illuso che i l default potesse essere alleviato c on il patrimonio delle famiglie. I dati dimostrano invece che i mutui s ono c rollati del 38,6%, 15 miliardi i n meno r ispetto al 2011. Dunque: i mutui sono sempre d i meno, ma costano sempre di più: in media 700 euro, anche se dal 2011 l’aumento è stato limitato ( +3% contro +5,8% del 2010).
La bolla dei mutui
In un anno il prezzo delle case è calato i n media del 4 ,2%, mentre cresce logicamente l a richiesta degli affitti. Nelle città con più di 250 mila residenti l a contrazione dei prezzi d’affitto è quasi raddoppiata, nel 2012 del 6,5% per i grandi centri e del 3,8% per quelli piccoli. E tuttavia, se proviamo a d acquistare un appartamento nelle cosiddette «città d’arte» Roma, Venezia, Firenze e Siena, ma anche a Milano, città postfordista per eccellenza, i p rezzi calano con una lentezza sospetta. Per immobiliare.it, il secondo semestre 2012 ha registrato a Roma una flessione tripla r ispetto all’inizio dell’anno, ma si è f ermata nei primi mesi del 2013. Il calo è s tato appena dello 0,12%. Un metro quadro a Roma c osta in media 4 .735 euro, a Milano 4.160. A Reggio Calabria costa 1230 euro, a Vercelli 1295 euro. La permanenza di questi prezzi spiega un altro aspetto della bolla immobiliare: a Roma c i s ono 51 mila appartamenti i nvenduti, il 60% dei quali esiste s olo sulla carta perché i padroni del mattone non si azzardano ad aprire i cantieri perchè sanno che nessuno le comprerà. E nel frattempo c ontinuano gli s fratti a c ausa dell’impossibilità di pagare i mutui. Domanda inesistente, surplus dell’offerta, aumento delle tasse (Imu), case i n-
vendute. Sono questi g li elementi che non permettono la ripresa del «ciclo immobiliare». «Di  olito dura l a crisi dura t re anni e poi c’è l a ripresa – ammette Guido Lodigiani di immobiliare.it Siamo a cinque anni e l a stasi non è ancora arrivata».
Sgomberato «Mushrooms»
A Roma ogni anno 2500 famiglie vengono sfrattate, 10 al giorno. In 10 mila vivono nelle occupazioni. Alcune di loro avrebbero potuto trovare alloggio nello studentato « Mushrooms» in via Pietro Rovetti 57 a Torpignattara, sgomberato i eri mattina, dopo appena un giorno di occupazione voluta da studenti e precari. L ’occupazione r esta l’unica soluzione i n una città dove mancano gli s tudentati e una stanza in affito costa non meno di 400 euro al mese. «Spunteremo come funghi», promettono gli studenti, spore i n una delle città più inospitali d’Europa.

Il Manifesto – 15.03.13

 

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