Come minimo...
l’immediata approvazione della Proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito: 600 euro al mese per tutte le disoccupate e i disoccupati, gli inoccupati, i precariamente occupati che non superino gli 8000 euro annui. È una misura di redistribuzione del reddito, fattibile e presente in quasi tutti i paesi d’Europa, fondamentale per uscire dalla recessione e dalla crisi. Vogliamo garantire il diritto all’esistenza, in tempi in cui precarietà, disoccupazione e povertà negano il presente e il futuro a donne e uomini, giovani e non.
l’istituzione di un salario orario minimo, a prescindere dal tipo di contratto, perché non è più accettabile che tante lavoratrici e lavoratori precari abbiano retribuzioni da fame. Perché noi vogliamo che ad uguale lavoro corrisponda uguale salario.
la riduzione dell’orario di lavoro, a partire da contratti di solidarietà espansivi. Lavorare meno, lavorare tutti. Vogliamo redistribuire il lavoro e il reddito contro le forme di ipersfruttamento e auto sfruttamento prodotte dalla logica della competizione.
un piano per il lavoro, che attraverso l’intervento pubblico crei nuova occupazione nella riconversione ecologica dell’economia, nel riassetto idrogeologico, nella conoscenza, nella cultura e nella cura delle persone. Vogliamo il blocco dei licenziamenti, il rifinanziamento immediato degli ammortizzatori sociali e la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione e nei settori della sanità e della conoscenza.
…vogliamo il massimo!
Perché oggi è la festa delle lavoratrici e dei lavoratori e anche di chi il lavoro non ce l’ha.
Buon primo maggio!