Si è vergognosamente chiusa con il patteggiamento dei titolari, che così non faranno neanche un giorno di carcere, la vicenda dell’uccisione di Luana d’Orazio, l’operaia pistoiese morta stritolata dalla macchina su cui lavorava.
Giustissima la rabbia della madre, cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà, di fronte a una decisione inspiegabile di fronte alle criminali violazioni delle norme di sicurezza accertate dalla perizia degli esperti: per aumentare la produzione facendo andare più velocemente le macchine erano state “disattivate le protezioni di sicurezza e il macchinario era utilizzato in modo non conforme”.
Si commenta da sola la decisione di mandare a giudizio solo il manutentore nel tentativo, già visto in altri casi, di scaricare su lui tutta la responsabilità, trasformando un crimine, figlio del primato del profitto sulla vita delle persone, in un fatto puramente tecnico.
Questa sentenza, tragicamente ingiusta, si inserisce nel quadro di oltre un decennio di modifiche legislative tese a deresponsabilizzare il datore di lavoro riguardo al rispetto delle norme di sicurezza; come fa il disegno di legge Sacconi già presentato in senato che prevede la trasformazione della valutazione dei rischi e la definizione conseguente delle misure di prevenzione e protezione in una semplice “certificazione” della “diligenza del datore di lavoro” da parte di un professionista pagato dall’azienda.
I governi neoliberisti degli ultimi 15 anni portano la responsabilità criminale di aver operato per smontare la legislazione sulla sicurezza all’origine della tragedia quotidiana delle morti sul lavoro, e purtroppo a sentire l’intenzione della presidente del Consiglio di “lasciar fare” le imprese temiamo che questo governo farà peggio.
Per questo riteniamo indispensabile il rilancio delle lotte per: la ricostruzione dei sistemi di prevenzione e controllo; l’inasprimento delle sanzioni penali a carico del datore di lavoro e dei dirigenti per il mancato adempimento degli obblighi relativi alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori; l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro; il ripristino del testo originale del D.lgs. 81/08, eliminando le modifiche peggiorative per la salute e la sicurezza dei lavoratori introdotte dalle successive modifiche (D. Lgs.106/09, Decreto del fare, Decreto semplificazioni, Decreti attuativi del Jobs Act).
Salute e sicurezza sul lavoro, carovita, bollette, salari, pensioni, disoccupazione, disastri ambientali, diritti negati: uniamoci per la convergenza delle lotte fino allo sciopero generale!

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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