La decisione di Acciaierie d’Italia di sospendere l’attività di 145 aziende che operano nell’appalto è, a nostro avviso, un ricatto nei confronti degli operai e di tutta la città.
Nei mesi scorsi più volte i sindacati hanno lanciato l'allarme per i ritardi degli stipendi degli operai dell'indotto, con uno scaricabarile tra la multinazionale e le aziende locali che lamentavano ritardi nei pagamenti.
Oltretutto non è la prima volta che accade: già nei confronti del governo “Conte I” Arcelor Mittal non esitò ad usare gli operai diretti come arma di ricatto per chiedere il ripristino dell'immunità penale.
Riteniamo che sia necessaria la nazionalizzazione di quella fabbrica in modo che si possano garantire diritti, salute e lavoro attraverso l’introduzione di VIIAS e l’attuazione di una vera transizione ecologica.
Non possiamo lasciare il nostro futuro nelle mani di una multinazionale: il presidente Bernabè dica qualcosa e spieghi cosa ha intenzione di fare Invitalia con i 700 milioni stanziati per questo stabilimento, riteniamo ormai improcrastinabile il tempo delle scelte che riguardano questo stabilimento siderurgico e la città.
Taranto, 12 novembre 2022
Maurizio Acerbo segretario nazionale e Antonello Patta responsabile nazionale lavoro del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea