Accolta da un presidio dei familiari delle vittime prende il via questa mattina la prima delle tre sedute della Cassazione bis sulla strage di Viareggio nella quale persero la vita 32 persone per l’esplosione e il deragliamento di un treno.
Son passati quattordici anni dal quel tragico 29 giugno e le sofferenze dei parenti delle vittime non hanno ancora avuto nemmeno il ristoro di una giustizia giusta e I responsabili, i colpevoli, i condannati in 4 gradi di giudizio vergognosamente si appellano alla Costituzione per usufruire della prescrizione.
Gran parte dei reati, come quelli di incendio e lesioni colpose gravi e gravissime, sono stati cancellati dalla prescrizione mentre gli omicidi colposi sono stati annullati dalla sentenza della cassazione che ha escluso l’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro.
Fra due giorni, il 6 dicembre ricorrerà l’anniversario della strage della Thyssenkrupp di Torino quando un incendio arse vivi sette operai e ancora oggi i colpevoli sono rimasti impuniti, in libertà in Germania, mentre i familiari lottano per avere giustizia.
Non è affatto strana la concomitanza di questi due eventi a pochi giorni dalla morte di due lavoratori nel drammatico scontro scontro tra un treno e un camion in Calabria in un paese in cui le morti sul lavoro fanno ormai parte di una tragica quotidianità.
Al 30 novembre sono stati 919 i morti sul lavoro del 2023 senza contare i decessi per malattie professionali, più di 80 al mese, quasi 3 al giorno e il numero degli infortuni, circa 500 mila, continua ad essere drammaticamente elevato.
La derubricazione a fatali incidenti e l’assuefazione sono gli ingredienti su cui contano i governi per impedire i controlli sull’ applicazione delle norme esistenti e continuare a ridurre sempre più i vincoli e le penali per le imprese che non rispettano le norme sulla prevenzione e la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per questi motivi, e per i potentissimi studi legali di cui impresari senza scrupoli possono avvalersi, molte morti sul lavoro, spesso veri e propri omicidi, restano impunite a causa di rinvii continui che portano alla prescrizione o per condanne che raramente portano agli arresti.
Come Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime auspicando che le sedute della cassazione sulla strage di Viareggio non si concludano con altri rinvii o, come temiamo, con la condanna a pene totalmente inadeguate; rinnoviamo il nostro impegno rilanciando la lotta per la sicurezza nei luoghi di lavoro e continuando a sostenere la campagna per la raccolta delle firme sulla legge di iniziativa popolare per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi o gravissime alle lavoratrici ed ai lavoratori.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea