Ex Ilva , è finito con una rottura l’incontro tra il governo e il colosso indiano Arcelor Mittal che non ha accettato di investire nella società nemmeno come socio di minoranza.
Una fine annunciata. Anni di gestione disastrosa, chiusura di impianti e produzione ai minimi termini, mancati investimenti nella manutenzione e nella decarbonizzazione, ricorso massiccio alla cassa integrazione avevano reso chiari da tempo i veri obiettivi del gruppo indiano: portare allo sfinimento l’ex Ilva, il più grande polo siderurgico europeo, per eliminare un pericoloso concorrente nel mercato mondiale dell’acciaio.
Ma questo non sarebbe stato possibile senza la gestione dilettantesca e irresponsabile dei governi che fino all’ultimo col governo Meloni, pur di non fare la scelta della gestione pubblica, hanno fatto regali a perdere alla multinazionale mentre questa procedeva con la distruzione dell’azienda.
Ora si passa a una gestione commissariale nel momento in cui incombono necessità di cassa solo per mantenere in funzione gli impianti e occorrono investimenti importanti per rimettere in sesto l’azienda.
Non c’è più tempo e non ci sono più scuse; il governo arrivi all’incontro con i sindacati previsto per giovedì confermando la scelta della gestione pubblica e soprattutto con un piano serio che garantisca subito la continuità produttiva a rischio e il rilancio dell’azienda, strategica per il territorio e per il paese, coniugando salvaguardia del lavoro, decarbonizzazione e risanamento ambientale.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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